Non ce la possono fare

l43-bersani-renzi-120831185051 mediumAvendo capito una mazza di quello che è successo nel voto della settimana scorsa, i vecchi partiti ripropongono i soliti schemi.

Ti do questo per quello, ti do la Presidenza della Camera, ti do la Rai e il Copasir e ti do pure i ministeri, e via così.

Chi è un poco confuso è Bersani, che sostiene di essere arrivato primo; certo, come nella corsa all’indietro dei gamberi ha perso meno voti del cavaliere e ha vinto la maggioranza alla Camera per un risicato 0,30%.

In tutte le altre elezioni del mondo Berlusconi, ma anche chiunque altro al suo posto, avrebbe chiesto il riconteggio delle schede come accaduto nelle Presidenziali Usa del 2000 con il pasticcio Bush-Al Gore.

Ma le promesse elettorali sono state un pò altine, vedi la storia dell’IMU e così non è proprio il caso di litigare per il primo posto, anche se pare che il cavaliere la cosa non l’abbia ancora digerita.

Tuttavia dal 2008 i vecchi partiti hanno perso 11 milioni di voti (Pdl -46%, Pd -28%, Lega -54%, Udc -70%), e questi voti sono andati a Monti e a Grillo, c’è un problema grande come una casa. Che nemmeno le giovani promesse hanno capito per intero.

“I partiti devono rinunciare al finanziamento pubblico e destinarlo, per esempio, alle case popolari”. Ha detto Matteo Renzi. «Se la politica ha capito la lezione leva il finanziamento pubblico ai partiti e lo mette nelle case popolari, a disposizioni di chi è più in difficoltà. Il mio partito, il Pd, prende 45 milioni di euro di rimborsi elettorali, il M5S ne piglia 43, Berlusconi ne prenderà 44… sono numeri grandissimi, fate il conto».

Quindi l’idea sarebbe spendere 150 milioni di euro per costruire case popolari, sempre meglio del programma di Bersani ove si propone impegni di spesa, a spanna, sopra i 50 miliardi di euro (pagare debiti p.a.).

Ma la proposta di Renzi, forse un passo avanti verso Grillo, è mal riposta. Nel mondo nuovo Renzi avrebbe dovuto dire; usiamo i 150 milioni del finanziamento pubblico ai partiti restituendoli direttamente agli italiani

Se costruisci un condominio popolare e ti costa 4 milioni di euro, dopo puoi metterci 20 famiglie che pagheranno un canone irrisorio ma comunque superiore ai 200 euro; se la matematica non è un opinione, possiamo invece dare i 4 milioni di euro come buono affitto mensile diciamo di 300 euro per un anno a ben 1.000 famiglie, per 5 anni a 200 famiglie.

I 300 euro, assieme ai 200 che la famiglia spenderebbe comunque anche nell’appartamento popolare, consentirebbero a queste 200 famiglie di avere comunque 500 euro per l’affitto di un tetto per 5 anni.

Se calcoliamo gli aiuti sui 150 milioni di euro ipotizzando 18.000 euro annui di aiuti a famiglia per il periodo di 5 anni, arriviamo a sistemare ben 8.300 famiglie per 5 anni. E da subito, non tra 4 anni quando verranno pronti i nuovi alloggi, e siamo pure in linea con lo slogan dei grillini sul non lasciare nessuno indietro.

Certo, non daremmo soldi al settore dell’edilizia, ma si colmerebbe lo sfitto esistente e i prezzi ricomincerebbero a salire aiutando comunque tutto il settore.

Per sfizio, abbiamo fatto il calcolo anche sui famosi 50 miliardi; verrebbe un aiuto di 300 euro a mese per 5 anni a 2.800.000 famiglie.

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