Si parla sempre dei mitici e misteriosi mercati, ma essi non sono altro che una piazza virtuale in cui si aggirano fondi sovrani, fondi pensione, fondi comuni, banche, hedge.
Insomma, coloro che raccolgono denaro, con il compito di farlo fruttare ad ogni costo perchè i loro clienti debbono sempre sorridere.
Come squali, si aggirano in cerca di nuove occasioni e si avventano sulle prede, quando hanno la consapevolezza di vincere, altrimenti i loro “padroni” smetterebbero di ridere.
I mercati volevano la fine di Berlusconi, volevano un tecnico che commissariasse i politici, volevano il rigore, il fiscal compact e li hanno avuti, eppure tutto è come prima, anzi, peggio di prima. Lo spread è a 500, la Grecia è fallita e alla fame, il Portogallo sta cedendo l’argenteria di famiglia e tirando la cinghia, la Spagna sta morendo e bruciando e l’Italia non si sente troppo bene.
Cosa vogliono ancora?
Continuare a guadagnare, scommettendo contro i paesi deboli dell’euro.
Come si possono fermare?
Con politiche forti. Rigore, conti in ordine, fine degli sprechi e crescita, anche se tutto ciò non basta. Occorre che la Bce stampi moneta e compri debito, senza tetto, anzi occorre che il debito diventi comune. Accadrà? No, fino a che i paesi forti della zona euro, non rinunceranno all’affare della loro vita: la possibilità di emettere debito guadagnandoci e potranno farlo solo se avranno il controllo dei conti dei paesi mediterranei.
Del resto chi si fida di Monti e Rajoi, quando vede i conti della Sicilia o della Catalogna? Non c’è molto da fare, la strada è una sola, quella irlandese: tagliare la spesa e i salari, soprattutto dei dipendenti pubblici, per abbassare le tasse sul lavoro e far ripartire l’economia.
Usare l’accetta, altro che l’indecente balletto sulle Province o sulla spending. Basterà? Non si sa. Certo avanti così l’Italia può arrivare alla prossima estate, prima che il ministro dell’economia si presenti in Parlamento per comunicare che non c’è più un euro. Perché il problema ora non è tanto l’insolvenza, ma l’illiquidità, cioè il fatto che nessuno voglia più prestarci denaro. Fermare l’emorragia aiuta a tenere lontani gli squali, far ripartire il Paese consente di respingerli, ma senza un’Europa unita, gli squali non si possono uccidere.
L’Europa si unirà se noi cederemo la nostra sovranità, della quale abbiamo fatto un pessimo uso.
Il tempo della furbizia è finito, meglio consegnare i libri alla Bce e continuare a dibattere sui matrimoni gay.
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