‘Ndrangheta e silenzi a Reggio Emilia

Questa vicenda delle informative dei Carabinieri sui rapporti tra gli esponenti della ‘Ndrangheta di Cutro e quelli della burocrazia e dell’amministrazione comunale di Reggio Emilia, sono una vera sagra del silenzio. Tacciono i giornali, in gran parte proni al potere dominante, tace la televisione delle coop, tace imbarazzato il Pd, per le rivelazioni imbarazzanti sul sindaco Vecchi e la sua consorte, l’ing. Maria Sergio, già nominata da Delrio dirigente all’ufficio urbanistico del Comune. Tace appunto l’ottimo e integerrimo ex sindaco, sempre pronto a ricordare agli altri le loro responsabilità, comprese quelle oggettive, ovviamente tranne le sue. Tacciono i poteri e i poterini forti, compresi quelli che nei salotti mangiavano comunisti a colazione, perché in fondo mentre li mangiavano, ci facevano affari. Reggio è città molto pratica e ancor più paracula: tace il vasto fronte di difesa della democrazia e della Città medaglia d’oro della Resistenza, che va dall’ Anpi, ai sindacati, alle giovani sardine. Qui non si tratta di contrastare un Salvini che citofona, ma di prendere atto che il marcio è annidato nel partito di riferimento e che la diversità e superiorità morale sono finite da tempo. Lo sapevano già, ma ora non potendolo negare, lo ignorano, come appunto le tre scimmiette. Tacciono gli illustri esponenti delle professioni, perché il combinato disposto delle chat di Palamara e delle informative, ha messo in difficoltà la figura di Mescolini, il nuovo Procuratore capo della Città. Mormorano nei salottini che dovrebbe andarsene, ma poiché con la Procura e il Tribunale hanno a che fare in molti, preferiscono rimandare i commenti a dopo, magari a quando se ne sarà andato. Tutto questo silenzio non è nobile, ma non sorprende. Lascia invece stupefatti il silenzio delle opposizioni, con l’eccezione di Marco Eboli di Fratelli d’Italia. Non che ci si aspettasse, di fronte ai bravi di don Rodrigo, di trovare un Innominato, posto già occupato da Eboli, o un fra’ Cristoforo, i sacerdoti militanti a Reggio si occupano solo di migranti, razzismo, non certo di legalità, poi avendo lo sguardo fisso, vedono solo i pericoli provenienti da destra. Però neppure ci si aspettava questa processione di tanti don Abbondio. Silenzio di Forza Italia, che è pure rappresentata in consiglio comunale da un uomo di legge. Silenzio da parte della Lega, che ha ben due deputati nazionali: Vinci, pure lui avvocato e la Fiorini, recentemente transitata nel Carroccio dopo aver lasciato gli incerti porti di Forza Italia e ben due deputati regionali, il riconfermato Delmonte e la emergente Catellani, pure lei avvocato. Tutta gente per la quale il Pd è il partito dei fatti di Bibbiano, il Pd è il creatore  dell’ omotransfobia, il Pd vuole islamizzare l’Italia. Tutte cose degne di nota, ma bagatelle rispetto ai fatti che emergono e che richiederebbero di essere chiariti, almeno per rispetto degli elettori reggiani. Con questi don Abbondio, il Pd non ha nulla da temere e i loro elettori possono mettersi l’animo in pace. Con questi dirigenti il centrodestra non vincerà mai. Resta da dire del silenzio dei 5 Stelle: hanno tentato di sollevare il tema, con l’eurodeputata Pignedoli, che ben conosce il problema, avendone a lungo scritto da giornalista. Poi si sono zittiti pure loro. Purtroppo il partito della trasparenza è diventato quello del trasformismo e gli alleati te li tieni come sono e per tenerteli devi pure stare zitto e più spadroneggi a Roma, sempre meno conti qualcosa nei territori, dove la gente ti lascia quando ti vede a passeggio con quello che definivi il partito di Bibbiano.

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