Napolitano e la Repubblica presidenziale

sole-trinitaUno e trino, Giorgio Napolitano è stato eletto a tre cariche: Presidente della Repubblica, Presidente del Consiglio e Presidente del PD, o di ciò che ne resta.

Per la rielezione al primo incarico, mi viene in mente la fine della quarta Repubblica francese e il ritorno di De Gaulle, capisco che la sensazione possa essere spiacevole, ma è vera.

La conseguenza è che il governo sarà del presidente nel senso letterale della parola, cioè sarà nominato e diretto da Napolitano, così come il Pd che, frantumatosi in tribù, potrebbe minare l’operazione, avendo la maggioranza assoluta alla Camera.

Ho scritto che Napolitano è stato eletto presidente di quel partito, non a caso: da lì deve garantire i voti al governo, lasciando che si svolga l’ordalia per l’elezione del segretario.

Insomma, la Repubblica presidenziale tanto strombazzata da Berlusconi si è realizzata sotto il segno di un vecchio ex comunista, nel silenzio più assoluto.

Del resto le vere rivoluzioni avvengono così e anche il funerale, di quella che tutti, senza averla letta, chiamano la Costituzione più bella del mondo, deve avvenire in silenzio. I plebisciti popolari che tanto piacciono a Berlusconi, servono a ratificare i cambiamenti ,non a realizzarli.

Ora si apre la partita vera: si sa che il Presidente Napolitano ama politici sperimentati, come Amato, invisi a gran parte del Paese, ma ciò che conta è che si proceda subito al taglio dei privilegi, senza di quello, ogni scelta risulterà inaccettabile.

L’altro fronte è la riforma dello Stato, di cui la legge elettorale è un corollario, però bisogna sapere che il bubbone sono le Regioni, da lì bisogna partire, per arrivare con coerenza alle Province e ai Comuni.

Terranno i partiti? Non c’è una risposta, anche se sono all’ultima chiama, come si direbbe nel linguaggio dell’aula. Non sempre ciò che finisce bene, è un bene. Questa volta però dobbiamo dire che lo è, George De Gaulle è la scelta migliore.

Dio salvi…il Presidente! 

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