La prematura scomparsa di Roberto Casaleggio è un’ occasione per tentare una prima analisi della sua opera politica, più difficile parlare dell’uomo, data la sua estrema riservatezza. La morte consente di parlarne a toni abbassati, in vita infatti fu coperto di giudizi negativi e contumelie, un po’ è lo stile della politica moderna, fatta di proclami, balle spaziali e insulti, un po’ era una reazione scomposta verso un personaggio che cambiava la politica, ma non veniva capito. Accade agli innovatori, a Berlusconi che innovò la politica, con focus group, sondaggi ed uso del mezzo televisivo, è accaduto a Casaleggio, che ha portato nella politica la straordinaria innovazione della rete. L’idea che la rete metta insieme in un movimento, persone che non solo non si conoscono, ma che non s’ incontrano e non s’ incontreranno mai, era lontanissima dall’idea di partito novecentesco, anche i programmi e le candidature vengono scelte in questo modo irrituale. Gli avversari dicono che sono poche le persone che votano e con pochi clic, uno si ritrova eletto deputato. Vero, ma non scandaloso, nei partiti tradizionali, ad esempio le primarie del Pd, molta gente viene portata a votare per il confronto di due candidature, ma se togliamo il voto organizzato, i votanti sarebbero molti di meno, inoltre sul web votano solo gli iscritti, che non sono molti. Anche quelli dei partiti tradizionali sarebbero pochi, se le correnti non favorissero le iscrizioni, per determinare attraverso di esse le quote di potere. Chiarito almeno parzialmente questo punto, Casaleggio e Grillo, due soggetti complementari e inscindibili, nell’operazione cinque stelle, hanno creato dal nulla, con poco denaro e senza potere, un movimento che rappresenta oltre un quarto degli italiani e che, anziché spegnersi, mette radici nelle amministrazioni periferiche e muta pelle, richiamando non solo gli elettori della protesta, ma larghi strati di un ceto medio sempre più frustrato e impaurito. Casaleggio e Grillo volevano un movimento che non fosse né di destra, né di sinistra, proprio per allargarne i confini elettorali. Scelta giusta, se Renzi, asceso al potere con l’idea di ridimensionare i grillini, viaggia verso il partito della Nazione, rottamando gli ex Pci, proprio per poter prendere il voto di tutti. Scomparso l’uomo macchina, cioè Casaleggio, l’uomo immagine, Grillo, perderà efficacia, non lo vediamo adatto a gestire i numerosi conflitti interni al movimento e soprattutto la frattura che aumenterà tra l’ala amministratrice, che deve dare risposte immediate e contingenti, Pizzarotti e Nogarin, e l’ala politica, che deve svolgere un’ opposizione, che per ora ha solo connotazioni di moralità: la politica è un servizio a tempo, non si accetta il finanziamento pubblico e si restituisce la metà di quello che si riceve. Intendiamoci, un messaggio forte e nobile, visto il livello di ruberie e corruzione in cui siamo immersi, ma insufficiente, se si punta a governare un Paese in crisi profonda come l’Italia, un Paese a cui non bastano le riforme, occorrono rivoluzioni. Il movimento deve cambiare pelle, diventare più simile ad un partito e con una leadership plurale. Esercizio difficile, dovendo dotarsi di un programma di governo che non può limitarsi al salario di cittadinanza, ma deve toccare la politica internazionale, le alleanze, la politica industriale, il tema della moneta unica e molto altro ancora. I cinque stelle devono cambiare se stessi per aspirare a cambiare l’Italia e la perdita di Casaleggio li coglie a metà del guado, la bravura comunicativa di Grillo può nascondere i problemi, ma non risolverli. E’ una scommessa a cui guarda con interesse il Paese, Renzi è già partito e per ora è il solo concorrente, la destra ha i numeri, ma i suoi capi non hanno la strategia. Il futuro sarà sempre più vicino alle visioni di Casaleggio, ma i grillini devono trovarlo senza navigatore, altrimenti si spegneranno come una nova, con il loro carico di luci e di speranze e non sarebbe una buona cosa per l’Italia. Lo dico con serenità, non essendo mai stato grillino, né avendo mai cercato di spacciarmi per tale.
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