Movimenti e Partiti

partito-della-tordella I movimenti sono divisibili in due filoni: quelli politici e quelli di protesta. Ai primi possiamo ascrivere gran parte di quelli del ’68, ai secondi quelli che sfociarono in rivolte popolari. Dei primi ai giorni nostri se ne vedono pochini e di solito sono di destra (Casa Pound, Alba Dorada e tutti quelli di stampo filonazista che sono nati nell’ex Germania dell’est). Dei secondi tanti, sia di tipo spontaneistico che di tipo più strutturato. Già perché se un movimento non muove da un ideale, di solito o si sgonfia per raggiunto scopo, oppure per non sostenuta tensione. Infatti un movimento di protesta, anche se lo scopo della protesta resta, fa fatica ad esistere a meno che non si strutturi in qualche maniera. In poche parole non si dia una forma che rassomiglia a quella di un partito. Che poi è una contraddizione di termini, perché i movimenti, qualsiasi, vedono il partito, qualsiasi, come un sistema rigido e conservatore e pertanto lo aborrono. Così ad esempio hanno fatto i No Tav e così sta facendo il M5S. che poi, siccome terzium non datur, alla fine, da movimenti diventano partiti, anche se non hanno un direttivo, ma un direttorio. La grande differenza tra i movimenti è che quelli di derivazione politica hanno un’idea, magari non chiara, ma definita di collocazione politica, appunto. Quelli di protesta invece non l’hanno. Per questo una volta indicavano solo gli scopi, oggi invece un diverso “sentire”. Di qui, le puttanate, non dei movimenti, ma dei teorici, che parlano di scomparsa della destra e della sinistra, che è vero in quanto raggruppamenti rappresentati, ma certamente conserva valenze ben precise in termini di intendimenti di stato sociale, libertà dell’economia e della finanza. Da questa diversa valenza nascono movimenti come quelli di Farange (Brexit) e di M5S. Non è un caso che i due volessero fondersi a Bruxelles per avere i numeri giusti per essere un gruppo. La determinazione di Farange a portare avanti le sue idee e la doppia natura del M5S hanno poi fatto cadere il progetto. Perché il M5S prende voti da destra e da sinistra. Se si vedessero e non si scrivessero nei meetup non si sopporterebbero. Gli aderenti “di sinistra” del Movimento, per definizione, mal sopportano gli inquadramenti, per cui hanno aderito più tardi di quelli “di destra”. E questo oggi si vede, basta guardare le idee del direttorio e degli eletti. Su questo poi pesa anche la storia dei fondatori. Grillo è un ecologista convinto, ma anche un borghese (nei modi) convinto: sul palco ci va vestito in un modo, ma se si sposa sua figlia ha un altro abbigliamento (peraltro inappuntabile). Casaleggio apparteneva ad un mondo certamente non di sinistra se è vero che si è candidato, come esterno, in Forza Italia. E questa doppia anima pesa, perché prima o poi le contraddizioni verranno, come si sono già viste tra i sindaci di Livorno (derivazione di sinistra e più pronto alla “remissione) e quello di Parma (derivazione non di sinistra e più “indipendente”). Qui giocheranno molto i risultati (per me scontati) e le personalità. Roma e Torino hanno due idee di governo molto diverse. Roma poi è “troppo” vicina al cuore del movimento-partito e quindi ha più bisogno di una tutela. La Raggi, intelligentemente, l’ha accettata, ma non sono convinto che continuerà supinamente a farlo. La Virginia ha una sua storia ben precisa e mi pare che i suoi “direttori”, almeno non tutti, l’hanno capita. Madame Appendino invece governa dove l’Italia è stata politicamente pensata e realizzata e quindi punterà al sodo, senza badare troppo alla forma. Ma questa è l’anima delle due Italie, quella stracciona papalina (non curiale) e quella savoiarda, dura e pratica. Vedremo. In mezzo c’è il movimento, i suoi aderenti che “io son io e tu non conti un cazzo” (questo è il senso dei vaffa grillini o grilleschi che dir si voglia) e le voglie che hanno. Speriamo che siano sogni e non incubi, speriamolo per tutti, perché se invece dovessimo parlare dell’altro che avanza (i tecnici, Sala a Milano) dovremmo già annotare magistrati all’attacco. Ma questa è un’altra storia, quella dei partiti anche loro di due tipi: quelli rappresentanti un’ideale e quelli rappresentanti un interesse.

A domani. O giù di lì.

 

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