Morire per l’ignoranza

LONDON, ENGLAND - NOVEMBER 05:  Remembrance crosses for servicemen killed in the current conflict in Afghanistan are planted outside Westminster Abbey at the official opening of the Royal British Legion's Field of Remembrance on November 5, 2009 in London, England. Hundreds of small crosses bearing a poppy have been planted in the Field of Remembrance to pay tribute to British servicemen and women who have lost their lives in conflict.  (Photo by Oli Scarff/Getty Images)Come si sentiranno i parenti dei caduti americani in Afghanistan e Iraq, ora che Obama ha scoperto che se esistesse uno stato sciita e uno sunnita probabilmente non ci sarebbero più guerre in quelle lande ? Ora che si scopre che i confini tracciati delle allora potenze coloniali sulle carte geografiche, senza tenere conto di appartenenze religiose e culturali, erano un obbrobrio foriero di massacri ? Solo ora, dopo aver gettato miliardi per pagare soloni sapienti che davano pareri e dispensavano soluzioni, dopo aver messo praticamente in ginocchio gli USA con spese militari non computabili per combattere in questi ultimi tredici anni, con l’Europa messa allo schifo per aver speso in “missioni umanitarie” quello che sarebbe servito per creare qui posti di lavoro, magari giovanili?

Sarebbe bastato ascoltare le popolazioni interessate, ma in questo caso addio prebende ad amici, illustri professori, generali in pensione, tutti quelli che contano nei partiti. Addio soprattutto alle commesse militari, che portano contributi elettorali a sei cifre. Addio anche a quelli che si arruolano per avere uno stipendio e che poi hanno la sfiga di andare a morire. Addio ad un’idea che gli interessi personali non sempre prevalgono sul bene nazionale. Addio a noi che distinguiamo tra zuppa e pan bagnato quando andiamo a votare. Addio ai nostri soldi spesi male e mai chiesti indietro. Addio all’idea della gogna, almeno mediatica, per poter chiedere a tutti i soloni come hanno fatto a non dire chiaramente, a non piegarci, ma ad incassare. Benvenuto ad un mondo che vive di soprusi e di ignoranza. Ignoranza su cui tutti i potenti, attuali e futuri, investono. E nessuno mai che investa in cultura, scuole, dialogo. Nel nostro passato c’è stato uno slogan che parlava di libro e moschetto. Peccato che il secondo sia stato il vincente, magari perché il primo l’aveva scritto chi sul secondo viveva.

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