In un articolo del 22 dicembre 1918 Antonio Gramsci – a meno di un mese dall’appello di don Luigi Sturzo agli uomini “Liberi e Forti” – salutava l’imminente costituirsi dei cattolici in partito politico come”il fatto storico più grande dopo il Risorgimento”.
L’asserzione anticipava, con armonica sintonia, il più celebre e noto giudizio del noto storico Federico Chabod che considera la nascita del Partito Popolare Italiano (Ppi) come “l’avvenimento più notevole della storia italiana del XX secolo”.
Una volta tanto siamo d’accordo con un pensatore come Gramsci, grande fondatore nel 1921 del Partito antesignano del PCI di Palmiro Togliatti, poi PDS, poi eccetera.
Ciò aiuta a comprendere quanto sia stato rivoluzionario quell’ appello.
Oggi, qui ed ora, da democratici, senza aggettivi, convinti che occorre dare un prospettiva non incerta, ma seria e concreta al nostro Paese, che deve continuare a stare in Europa e nel mondo a testa alta, dobbiamo porci alcune domande : riusciremo noi italiani nel primo ventennio del XXI secolo a ripetere quella sfida, sia pure in un epoca così diversa? Riusciremo a farci autentici interpreti del pensiero sturziano applicato all’attualità?
Monti, al di là della questione del tecnico che diventa politico, ma guardando alla sostanza del nostro sistema politico, è l’unica possibilità che abbiamo per pensare e vedere un’ “alba “ di rinnovamento nella continuità per l’ Italia, ecco perchè siamo fra coloro che hanno accolto di buon grado il suo appello iniziale, che diceva“ A quelle forze che manifestassero una adesione convinta e credibile sarei pronto a dare il mio apprezzamento e incoraggiamento e, se richiesto,a dare una guida “.
Siamo lieti che abbia dato la piena disponibilità a guidare questa nuova battaglia politica, che è insieme economica e sociale, dopo aver salvato il Paese dal baratro, vincendo ostacoli e contrasti, in particolare da tutte quelle forze politiche, di destra o di sinistra , a cui stava bene il devastante bipolarismo rozzo e muscolare che abbiamo visto in questi ultimi anni. Un sistema bloccato che ha condotto al tracollo della “seconda repubblica”, quella in cui si muovevano bene – anche se non lo dicevano – i due grandi “ contenitori “ di voti, PdL e PD, garantiti dal porcellum, che è un’ offesa alla democrazia e al diritto dei cittadini a votare i propri candidati e non quelli imposti dall’alto.
Per fortuna c’è Monti, altrimenti ancora una volta non andrei a votare! Come in tanti ci dicono.
Infatti il senatore Monti, il 5 gennaio, rispondendo su twitter ad un interlocutore che gli chiedeva quale sarebbe stato il primo provvedimento legislativo di un eventuale suo nuovo Governo, ha affermato “ Il primo atto sarà la riforma della legge elettorale indegna, una legge elettorale seria: questa non è degna di un Paese come l’Italia“, proprio guardando a questa non entusiasmante e non edificante campagna elettorale.
Poiché questa vicenda elettorale, con l’uso smodato dei mass-media e di internet, ci fa sentire e vedere più gli slogan o le battute o finti colpi di scena, vogliamo richiamare solo alcuni punti della piattaforma politica che è alla base della “scelta civica” con Monti, che può trovare alcuni punti di riferimento, sia pure in un contesto epocale diverso, nel noto manifesto dei “Liberi e Forti “:
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la “scelta civica per l’Italia “è un movimento civico, popolare , responsabile, è una proposta per cambiare l’Italia e riformare l’Europa;
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superare i vecchi schemi della politica del Novecento dando vita ad una formazione politica che metta in primo piano le trasformazioni di cui ha bisogno l’Italia;
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la nuova formazione politica non intende collocarsi “al centro “ tra una destra e una sinistra ormai superate, bensì costituirsi come elemento di spinta per la trasformazione dell’Italia, in contrapposizione alle forze conservatrici ;
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Il carattere laico e pluralista della nuova formazione, unita dai valori della libertà e della dignità delle persone;
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il nuovo movimento nasce con l’ambizione di raccogliere il consenso della maggioranza degli italiani ;
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la nostra democrazia ha bisogno di una politica forte e autorevole, alla quale i cittadini riconoscano dignità e da cui possono attendersi competenza e responsabilità.
I problemi che dobbiamo affrontare, stabilità dei conti, ripresa economica,creazione di posti di lavoro, difesa della famiglia, tutela sociale degli svantaggiati..solo per citarne alcuni, richiedono certo una risposta politica ,ma oggi sono anche precise istanze antropologiche: dell’uomo e di tutti gli uomini nella ricerca di un vero “ bene comune “.
Per questo è necessario fare bilanci seri, agende programmatiche realistiche, proposte di ampio respiro, fuori dalle furbizie e dalle illusioni, ma con la concretezza dell’ operatività e della fattibilità, capaci non di essere -come diceva il poeta Montale, storte sillabe e secche come un ramo, ma di aprire mondi e prospettive, di parlare di futuro ad una generazione che lo cerca.
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