Le Provincie della Cina sono indebitate per 1.300 miliardi di Euro. A breve 645 di questi 1.300 miliardi dovranno essere onorati, cioè ripagati. Ma non li hanno, le casse sono semivuote. Una storia piuttosto comune di questi tempi eh? Ok. I creditori sono preoccupati e fanno pressioni. Si profila un default sul debito, un colossale crack da, ripeto, 645 miliardi di Euro. Per darvi un metro di misura, 645 miliardi di Euro sono il doppio del PIL greco
Bene. Rivediamo i numeri:
– Sono tali da giustificare il panico isterico fra gli investitori, in proporzione un panico tre volte superiore a quello che gli investitori stanno vivendo nel caso greco.
– Sono tali da giustificare l’intervento spietato delle agenzie di rating, che con questi numeri disperati dovrebbero aver declassato quel Paese senza pietà. Come nel caso greco.
– Sono tali da richiedere l’intervento del Fondo Monetario Internazionale, coi suoi ispettori del terrore.
– Sono tali da giustificare l’imposizione a questo Paese di misure di austerità a tappeto, tagli come fossero trebbiatrici, rigore implacabile, nel nome della salvezza disperata.
– Sono tali da giustificare una stretta creditizia delle banche nazionali a sangue, con relativi fallimenti aziendali da record.
Ok. Vediamo la realtà sul campo:
– Gli investitori sono moderatamente preoccupati, ma nulla di che, nessun panico, nessuna riunione dei vertici dell’Institute of International Finance (la cupola centrale della Vera Mafia, quella che sta lavorando sui greci).
– Le agenzie di rating si sono limitate a ‘commentare’ qua e là, ma nulla di più, commenti come “bè, potrebbe minare la fiducia degli investitori”, una camomilla confronto a ciò che le stesse agenzie hanno detto della Grecia.
– Il Fondo Monetario non si è né visto né sentito.
– La parola austerità non è nel lessico dei Palazzi di questo Paese, anzi, la Reuters riporta che la spesa di quello Stato nel 2011 è stata ‘pro-attiva’, con ampi investimenti in infrastrutture e pubblici interventi.
– Le banche/investitori di questo Paese … Bè, non ci crederete, ma dal governo è arrivato un ordine perentorio, che è precisamente questo: “Le Province sono in difficoltà, molti dei progetti che gli avete finanziato devono ancora fruttare introiti. Hanno bisogno di respiro, non le potete strangolare coi crediti proprio ora. Quindi, care banche, ora voi gli allungate i termini di pagamento dei debiti che hanno con voi. E’ anche nel vostro interesse. Grazie e non si discute”. Non sto scherzando, io non sono il tipo di giornalista che in un momento come questo scherza. Questo è stato, alla lettera. E le banche hanno obbedito. Gli investitori zitti.
Ora giratevi verso la Grecia. Le banche/investitori li stanno squartando vivi per un terzo di quel problema in termini finanziari. Sono crimini contro l’umanità, roba da istituire una nuova Norimberga, davvero. Famiglie alla disperazione e sofferenze inflittegli per generazioni. Per il profitto di pochi.
Ma allora quale è la differenza fra questo Paese indebitato di cui parlo e la Grecia? La moneta sovrana. La Cina ha moneta sovrana, e il governo ha fatto capire alle banche che in qualsiasi caso il debito delle Provincie sarà garantito da Tesoro e Banca Centrale. Le banche/investitori hanno accettato l’allungamento del debito in scadenza, senza panico né fuoco e fiamme. La Grecia ha l’Euro, e non può farci nulla, perché non è suo, non lo può emettere, non può garantire nessuna banca né investitore, e non ha autorità. Deve morire.
Amici della Grecia, come vorrei che nelle vostre piazze queste parole, e quelle di tanti economisti di tutto il mondo accademico che ancora ragiona vi arrivassero forti e chiare. Non c’è bisogno di mettere a ferro e fuoco la vostra Atene. Basta uscire dall’Euro. E ‘fare i cinesi’ (o gli argentini, se preferite).
Dio come vorrei che mi sentiste.