Miserabili, carriere e morti ammazzati

B7khD-Q2k~KGrHqIOKnUEy0QNRfhBM0l2qhEGw~~0 35 Claudio Fava, candidato mancato alle elezioni siciliane, dà del miserabile al vincitore, tal Crocetta, perché dichiara ad ogni piè sospinto di essere un “Fava, il padre di Claudio, rimasto vivo”, intestandosi l’eredità del coraggioso giornalista ucciso dalla mafia.

Un po’ miserevole Crocetta, eletto coi voti Udc, partito molto compromesso, almeno a giudicare dagli atti giudiziari, lo è, anche se a differenza del figlio non crediamo sia peggiore dei mafiosi.

Certo che a voler essere politicamente scorretti, si potrebbe restare stupiti del gran numero di carriere politiche dei famigliari delle vittime della mafia o del terrorismo.

Sarà un caso, ma se uno ci pensa l’elenco non è breve, a partire da Fava stesso, Mattarella, Maria Fida Moro, Nando Dalla Chiesa, Sonia Alfano, Rita Borsellino, le vedove Fortugno, Tarantelli e Rossa.

Certo l’elenco è parziale, ma non piccolo.

Non si vuol dire che non sia una cosa legittima, resta solo il dubbio che sia sempre opportuna. Ognuno risponde alla sua coscienza e ci sono anche quelli che hanno rifiutato le offerte di una politica in cerca di legittimazione.

Certi morti vanno sempre ricordati e onorati, possibilmente senza trascinarli in beghe politiche, un po’ miserabili.

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