Quello che tiene insieme questi gattini bagnati che ci ostiniamo a chiamare governo è una parolina : senza.
Senza un capo dichiarato (Letta? Bisognerebbe sapere chi scrive per leggere)
Senza le palle (la sinistra): siamo alla caccia alle streghe per chi non è d’accordo sul rapire le bambine.
Senza pudore (la destra): va bene portarle a letto (non a Letta) se sembrano minorenni, ma mandarle da un boia sanguinario se sono bambine, questa è contro i diritti dell’infanzia.
Senza faccia (Bonino) che pigola come la signora rispedita in Kazakistan, la ringrazia per il sollecito interessamento. E qui non capisco come mai il Marco, defensor omnium, non sia ancora in sciopero della fame, della sete, del respiro.
Senza idee : stanno pensando di rifare il giochino di Amato del ’92 (avete capito perché l’Innominabile -Grasso dixit- lo voleva alla guida del governo?) e poi non dite che non ve lo avevo detto.
Senza ritegno: Berlusconi ha preteso che per ora nessun decreto legge sia commutato in legge, così se il 30 lo gabbiano, lui fa saltare il banco, tutto è come prima e lui è mondo da ogni peccato di omessa promessa (elettorale). E il PD vigila, e fa non solo scongiuri, perché NON lo gabbino (da gabbiare, perché ha da gabbare è lui il maestro, e sopraffino).
Senza limiti, infatti mentre tutti si sperticano su colui che non può essere nominato (e non è Javeh, di cui si chiede di non farlo invano, please), il medesimo fila e tesse, innalza e atterra, con un’energia che neppure Crozza riesce a rendere.
E tra un po’ molti di noi saranno in mutande, ma se la percentuale di prelievo è quella sussurrata, allora senza, decisamente senza. E non sarà un bello spettacolo.
Anche perché, come si suol dire, di attributi degni di questo termine se ne vedranno pochi, visti i rappresentanti che ci siamo scelti.
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