Martin Schulz, quello che il Banana nella sua infinita insipienza politica e diplomatica definì kapò e ora presidente del Parlamento Europeo,ha rilasciato per il primo maggio un’interessante intervista sull’Europa e sulla gestione di questo particolare momento economico.Ha detto che se si taglia e si risparmia e basta, si riducono in miseria una serie di persone che scadranno dal ruolo di consumatori e si innescherà un processo a valanga che porterà tutti in povertà. Ha ricordato ai tedeschi che il 60% del loro export resta in Europa e quindi un’Europa più povera vuol dire una Germania più povera.
All’intervistatore che gli chiedeva se quindi risparmiare fosse sbagliato, ha detto che assolutamente no, si deve risparmiare, si deve razionalizzare, ma anche investire. Senza investimenti non c’è futuro per paesi che vogliono un minimo di sicurezza sociale. Nello specifico nostro ha poi detto che gli interventi europei dovrebbero colmare almeno gli spread, perché se no la capacità di investimenti è minima e qualsiasi manovra viene fagocitata dai maggiori interessi sui titoli di Stato.
Questo ha detto Schulz in soldoni, in un giorno in cui i sindacati tedeschi hanno manifestato per la solidarietà verso gli altri lavoratori europei. Eppure hanno anche loro una vertenza in piedi (chiedono un aumento salariale del 6,5% contro il 3 offerto dalla controparte), ma hanno capito che pensare solo ase stessi ,oggi non basta per garantire il futuro. Questo hanno fatto i tedeschi e probabilmente anche la Merkel, nonostante le chiacchiere elettorali, o proprio per quelle, dovrà tenerne conto, anche contro il volere della FDP (liberali), che con la politica stitica rischia di scendere sotto il 5% e di sparire dal parlamento. Peccato: il partito del grande Genscher meritava altri rampolli e meno scopiazzature americanoidi.
Ci pensino i sindacati italiani ,quando non pongono in primo piano la razionalizzazione e i costi della cosa pubblica, loro dicono che non se ne devono occupare, ma è una vita che se ne occupano e che fanno politica più che sindacalismo, complice una sinistra (cosiddetta) con poche idee, ma confuse.
Ci pensi la sinistra che abbaia solo contro i ricchi, che dice di avere ricette meravigliose, che però poi nessuno mai vede, per poterle magari discutere e condividere.
Ci pensi il professore Assunto (libera traduzione di Mario) quando parla con i grandi della terra che non dovrebbero essere solo grandi banchieri o dipendenti loro.
Ci pensino gli elettori del mare magnum del centro, quelli che rincorrono il mito del pagare poche tasse, evadere in libertà e pretendere che i loro capitali siano salvi.
Ci pensino i giovani, uomini e donne, ad uno stato di diritto e non di letti diretti o interposti o di leccamenti vari o di raccomandazioni.
Pensino che questi metodi hanno schiantato un paese e ce lo consegnano con consuetudini e morale pari a quelle che Malaparte così bene descrisse.
A proposito, se non lo avessero letto, glielo consiglio: la Pelle.
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