Presentata il Def, si è scatenato l’inferno: titoli bancari in picchiata, con rinvii per eccesso di ribasso, spread in salita fino alla vetta dei 300 punti sul bund tedesco, agenzie di rating pronte al downgrading. Il tutto mentre il quadro istituzionale andava in fibrillazione: il già poco loquace ministro Tria ammutoliva, il Presidente Mattarella esprimeva la sua preoccupazione, il premier Conte gettava acqua sul fuoco, o meglio sullo spread e Salvini lanciava un me ne frego di dannunziana memoria. Di Maio invece visitava i programmi televisivi per spiegare ai mercati che la manovra era eccellente, aboliva la povertà e rilanciava la crescita, peccato che i mercati non guardino la tv italiana. Il deficit al 2,4% è sostanzialmente in linea con quelli fatti dai governi precedenti del Pd, che in alcuni casi sono stati superiori, ad esempio nel 2015, Renzi regnante, fu del 2,6% e l’ultimo si aggira attorno al 2,2%. L’obbiettivo pil all’1,6% invece è ambizioso, visto che tutti gli Istituti, dal Fondo monetario, alla Banca d’Italia, non prevedono più dell’ 1%. Ciò che agita i mercati è il dubbio che lo sforamento programmato venga superato in sede di consuntivo, come accaduto nei cinque anni di governo Pd e che la manovra sia assistenziale, quindi non incida sulla crescita, come accadde per gli ottanta euro e questo porti ad un aumento del rapporto debito- pil, rendendo meno sostenibile il debito stesso. Però la polemica di tutti i giornali, degli intellettuali e della sinistra è arrivata fino ad augurarsi che i mercati facessero il lavoro che loro non sono in grado di fare, cioè mandare a casa questo governo, senza averlo battuto nelle urne. Non accadrà, anche se il dilettantismo politico dei Cinque Stelle e l’accodarsi della Lega dovessero portare alla deflagrazione. Nuove elezioni non vedrebbero il Pd vincitore, né sarebbe possibile una nuova operazione in stile governo Monti. Il motivo è semplice: questi tenteranno pure un grande azzardo, ma ereditano il caos. Negli anni del governo progressista coloro che vivono sotto la soglia di povertà sono passati da 1,5 milioni a 5,5 milioni, mentre il deficit è salito di quasi 200 miliardi di euro negli ultimi cinque anni. Se ne sono andati dal Paese 5,5 milioni di persone, che sono state rimpiazzate, solo numericamente, da altrettanti immigrati regolari. Abbiamo perso diplomati, laureati, personale specializzato e pensionati con una media capacità di spesa e ci siamo presi persona prive di titoli utili o di professionalità, con l’eccezione dei lavori più bassi. I ponti crollano e non solo a Genova, ogni volta che piove è emergenza, ad ogni terremoto si sbriciolano interi paesi. Nella patria del diritto, le cause durano venti anni, la burocrazia frena gli investimenti, non spendiamo neppure il 10% al sud, dei fondi europei; corruzione, evasione fiscale e delinquenza dilagano. Tutti parlano di lavoro e i centri per l’impiego fanno schifo ma negli anni delle riforme del lavoro nessuno ha pensato a far incontrare domanda e offerta, cosi abbiamo folle di disoccupati e decine di migliaia di posti scoperti. Stavamo morendo, ma ci raccontavano che eravamo sulla strada della guarigione. Anche se, le opposizioni, Pd e Forza Italia, avessero ragione a dire che il 2,4% è un azzardo, bisognerebbe ricordare loro che la mina dell’Iva da 13 miliardi è uno dei loro lasciti. Confesso senza problemi di non aver votato per i partiti del governo giallo-verde, mi irrita la loro continua propaganda che serve solo a comprare tempo, non certo a risolvere problemi, né a ridisegnare uno Stato che cade a pezzi. Però sono lì da quattro mesi e non si può accusarli di non aver risolto i problemi dei decenni passati. A prima vista la loro sembra la cura Di Bella, ma bisogna avere rispetto per chi li ha votati, stanco di cure che aggravavano solo la malattia. Sono i cattivi medici che portano la gente dagli stregoni. Per di più i partiti che hanno governato l’Italia negli ultimi anni, si sono spappolati, perché erano tenuti in piedi solo dal potere e oggi non hanno neppure uno straccio di idea. Può spiacere alla sinistra in particolare, un Paese governato da “stregoni”, ma non si può tornare al passato che li ha partoriti.
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