Una mano lava l’altra

lavare-mani[1] E tutte due ci sporcano la faccia. C’era qualcosa di strano nella crisi Russia- Ucraina. I venti di guerra (fuori dall’Ucraina) erano venticelli e, tranne Rasmussen, nessuno prendeva sul serio più di tanto le sanzioni. I toni suonavano un po’ fasulli. Poi salta fuori un articolo dello Spiegel che dice che è tutta una pagliacciata, una roba shakespeariana, tanto rumore per nulla. Le sanzioni non hanno mai funzionato, neppure contro Serbia e Iraq, figuriamoci contro la Russia. Le ritorsioni : il petrolio e il metano ora non sono molto richiesti, c’è crisi dappertutto in Europa, siamo nella mezza stagione e quindi nessun consumo per riscaldamento o condizionatori. Quindi le rodomontate putiniane servono solo alla sua immagine.

Nel frattempo, dopo qualche sceneggiata, faranno la pace e finalmente tutti potranno dire che servono a qualcosa, perché sono troppi gli scenari della sconfitta diplomatica e umanitaria. Se pensiamo ad Isis, a Boku Aram, ad Hamas, all’Iraq, all’Afghanistan, davanti agli occhi abbiamo la nostra incapacità di risolvere problemi. Ci abbiamo buttato montagne di soldi in quei paesi e anche qualche migliaio di vite umane dei nostri soldati. Risultato : peggio di prima. Abbiamo foraggiato ladri, tagliagola e pagliacci. Non abbiamo fatto crescere di un millimetro la consapevolezza democratica, anzi l’abbiamo peggiorata, esponendo quei pochi che democratici erano e che puntualmente sono stati fatti fuori. E allora, avanti con la crisi di casa Europa, per lavare le mani sporche di sangue e di mazzette dei nostri politicanti. La nostra faccia invece è sempre più sporca, per la vergogna di accettare lorsignori come attori sulla scena politica e per non essere capaci di metterci davvero la faccia.

 

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