Risulta sempre più difficile per gli elettori comprendere qual è la maggioranza politica che sostiene il Governo Monti.
Il trio ABC (Alfano, Bersani, Casini) continua a sostenere che non esiste una maggioranza politica che puntella questo Governo, ma solo un “triumvirato” provvisorio giustificato dall’emergenza economica; ciò nonostante, le decisioni assunte dal Governo hanno sempre più carattere politico e non tecnico.
Nel testo di una vecchia e spensierata canzone del tempo che fu, era scritto: “Si fa, ma non si dice, si fa e poi si rifà e chi lo ha fatto tace, sta zitto e fa il mendace e non vi dirà mai la verità”.
Forse è a questo motivetto che si sono ispirati i maggiori partiti italiani nel momento in cui hanno deciso di sostenere, pur in modo non ufficiale, il Governo Monti?
E’ davvero una situazione strana, quella italiana: una situazione nella quale i partiti, per non assumersi le proprie responsabilità di fronte al Paese, si sono nascosti dietro ad un gruppo di tecnici nominati e non eletti, con il beneplacito del Presidente della Repubblica.
I partiti hanno scelto dunque di giocare a nascondino per sfuggire alle loro responsabilità ma, pur avendo abdicato, non hanno dimenticato fruire, nel modo più indecoroso possibile, dei finanziamenti pubblici destinati ai rimborsi elettorali. Oltretutto non si comprende perché, se i finanziamenti pubblici sono destinati al sostegno delle spese elettorali dei candidati, questi debbano essere assegnati ai partiti e non ai gruppi parlamentari.
Non è perciò giustificabile che i fondi pubblici siano destinati a pagare gli stipendi e gli affitti delle sedi dei partiti, stante la voce specifica “rimborsi elettorali”. Tutto ciò mentre i parlamentari, disperatamente legati alla loro poltrona, fanno finta di non comprendere l’anomalia della situazione e si preoccupano solo di giungere alla fine della legislatura, anche a costo di sacrificare la loro dignità di rappresentanti del popolo italiano.
Ancora meno si comprende perché, se questo Governo è nato esclusivamente per affrontare l’emergenza e quindi per affrontare questioni di natura esclusivamente economica, si stia invece occupando di tutto, persino di una riforma della Costituzione.
Si assiste inoltre ad un ulteriore paradosso: pur in assenza di una maggioranza politica ufficiale a sostegno del Governo, il “triumvirato” sembra condizionare dall’esterno, in modo palese, l’attività governativa, costretta ad agire all’interno del solco tracciato dai partiti. Intanto, mentre si avvicina la scadenza delle elezioni politiche del 2013, il trio ABC si è accorto che, a forza di dare “ceffoni” ai propri elettori, rischia di pagare un prezzo molto elevato e quindi ricorre, sempre più spesso, ai distinguo, ai c’ero, ma ero distratto.
Nei giorni scorsi un deputato del Pdl, Giuliano Cazzola, si è posto la seguente domanda: “Abbiamo mandato al potere un Governo di eletti, rappresentativo delle migliori virtù scientifiche e civiche del Paese, oppure ci siamo messi nelle mani di un gruppo di incompetenti, per di più arroganti e vanagloriosi, che se la cantano da soli?”.
Ad aiutare il trio ABC è intanto intervenuta l’implosione della Lega Nord, l’unica forza di opposizione ritenuta, fino a pochi giorni fa, credibile; un partito caduto sotto una grandine di denunce di ex leghisti, di “gole profonde dormienti” e di intercettazioni ad orologeria, anche se il contributo principale al crac è venuto dal suo stesso gruppo dirigente.
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