Gli antichi aruspici osservavano il volo degli uccelli, gli stregoni pellerossa leggevano le ossa, gli italiani l’oroscopo, i politici i sondaggi. Il mitico Gianni Brera si affidava alla dea Eupalla e il grande Gianni Mura, eccellente buongustaio, alla palla di lardo. Io guardo il fondo della mia tazzina di caffè, quando al bar mi chiedono come andranno le elezioni a Reggio. Fare oroscopi è arte antica e per sua natura inesatta, come ogni mattina è diverso il fondo della mia tazzina. Fare previsioni sulle amministrative, che saranno a maggio, è veramente un tirare a indovinare, visto che la politica, che dovrebbe avere l’orizzonte degli anni, ha quello delle ore. Il tempo di un tweet o di un post su Facebook. Detto questo, se i grandi maestri come Brera azzardavano pronostici sulle partite di calcio, potremo azzardarne pure noi uno sulle amministrative. Anche se la politica è ancor più rotonda della palla e se la tazzina ci dice l’oroscopo di un domani, che a maggio, quando si vota, potrebbe essere molto cambiato, visto che i partiti e i problemi si muovono più velocemente e in modo più disordinato degli astri. La prima domanda del mio barista è se ci sarà il ballottaggio, la risposta è sì.Ben difficilmente il Pd potrà passare dal 38% circa delle politiche, al 51%,anche considerando la corte dei miracoli delle liste satelliti, che secondo i boatos potrebbero far lievitare i candidati della coalizione fino a 180,suddivisi su sei liste. Ora si tratta di indovinare chi andrà al ballottaggio e pure qui la tazzina è chiara, il centro destra a trazione leghista. Vero che alle politiche centrodestra e 5 Stelle si equivalevano, un 29% circa, ma la Lega è arrembante e i grillini in fase calante, in particolare al nord e Reggio è città nordista. Questo è lo scenario che prefigurano e preferiscono in casa Pd. Un secondo turno giocato al grido di “bisogna fermare il fascismo”,permetterebbe di sventolare le bandiere dell’Anpi, rispolverare i vecchi slogan, adattati. Certo non li vedremo urlare davanti alla Questura, come negli anni del 68. “Ps-SS” oppure “Msi fuorilegge, a morte la Dc che lo protegge”oggi declamabile in “ Salvini fuorilegge, a morte la Meloni che lo protegge”.Assieme a quelle dell’Anpi, tornata di gran moda con la fine di Renzi,garriranno le bandiere della pace, sventolate da una sinistra che si è infilata in tutte le guerre, dove veniva invitata. Non possiamo dire se funzionerà, ma certo Reggio è città conservatrice e restia ad un cambio così radicale. Sta invece tramontando la grande paura che al ballottaggio vadano i grillini, che renderebbero più morbida la rivoluzione, oltre a raccogliere la totalità del voto di centrodestra, meno ideologico e più desideroso di rivincita. Il barista fanatico di Travaglio ci crede ancora, ma a destra e sinistra, complici anche i risultati del Trentino e i sondaggi, sono tranquilli, sarà una finale tra di loro. Ora prevedere cosa accadrà al ballottaggio è quasi impossibile, ma possiamo immaginare alcuni scenari e fare alcune riflessioni. I votanti calano molto tra primo e secondo turno e questo potrebbe favorire il voto a chi controlla il potere, cioè il Pd e che pare essere sostenuto dal potere economico e persino curiale. I grillini dovrebbero votare il candidato del centrodestra,essendo al governo con la Lega, ma è una relazione così travagliata, che potrebbero restare a casa. Tutto questo ci porta a dire che il Pd potrebbe farcela. Però il signore che occupa al mattino il giornale locale, interviene per dire che contano i candidati. Ha ragione, ma mentre sappiamo che il Pd si affiderà all’usato insicuro, cioè Vecchi, del cavallo della Lega, non sappiamo nulla e poiché non tutti gli elettori di centrodestra amano certi toni, cambia se è un radicale o un moderato. Non a caso i governatori leghisti sono dei moderati. In questo quadro è difficile che le liste civiche, in particolare quella di Cinzia Rubertelli, possano arrivare al ballottaggio, ma potrebbero essere protagoniste del secondo turno, quando i grillini si saranno ritirati nelle loro trincee, lo scontro sarà al calor bianco e la paura dei contendenti a mille. E’ facile prevedere che Pd e Lega pensino ora di non fare apparentamenti tra primo e secondo turno, perché hanno un costo politico e di potere, ma a spingere per l’apparentamento potrebbero essere i candidati che ci mettono la faccia e che si giocano tutto: chi perde un ballottaggio è fuori per sempre. Questo ci dicono per ora i fondi di caffè.