In una mega intervista al Corriere, la Lamorgese ministra dell’Interno, spende un fiume di parole per dire due cose per lei fondamentali: i no vax possono saldarsi con l’estremismo e le critiche di Salvini minano la stabilità dell’esecutivo. Ora che i no vax siano degli eccentrici non ho alcun problema a dirlo, ma vista l’imponente retata della polizia, mi aspettavo qualcosa di più solido di un portinaio, un disoccupato, un operaio asociale e un possessore di fucile per sport, supponiamo denunciato, per gridare al pericolo terrorista. Sinceramente a me è parsa più una comparsata televisiva, che una retata. A meno che per la ministra apparire su tutte le reti non sia appunto una retata. Per quanto riguarda le critiche di Salvini, detto che farebbe meglio a tacere, visto che i fatti del governo lo sconfessano regolarmente, faccio fatica a credere che destabilizzino il governo stesso. Vorrebbe dire assumere come dato di fatto che la Lamorgese è un pilastro del governo e non un ologramma. Motivi per fare retate ne avrebbe molti, visto lo stato delle periferie e il proliferare dei reati piccoli ma di grande allarme sociale. Per non parlare delle mafie, un tema evergreen. Sbagliano i suoi critici di destra a porre l’accento solo sull’ immigrazione, dove la Lamorgese non fa nulla, ma riconosciamo che il tema è complesso. Il problema è che non fa proprio nulla, neppure fermare un Rave Party. Eppure c’è un fiorire di violenza in ogni ambito, da quella organizzata, a quella diffusa, fino a quella famigliare. Per ora il tema della sicurezza è finito in fondo alla lista, dietro alla salute, all’economia e al lavoro, ma è sempre lì nelle strade, nelle case, nelle città e pure il mitico Mario, risolte le molte emergenze del Pnrr, dovrà metterci la testa e scoprire che ai Consigli dei Ministri la sedia della Lamorgese è sempre rimasta drammaticamente vuota e solo Salvini non se n’è accorto.