Lo zar Putin e il ritorno dell’impero

Il discorso in cui Putin ha annunciato l’intervento militare in Donbass, aveva i ritmi e la lunghezza di quelli della nomenclatura comunista, ma il contenuto, molto dirompente, era quello di un nuovo imperialismo zarista. Nel suo riscrivere la storia, in modo non inappuntabile, il presidente ha affermato che l’Ucraina è solo un’appendice della Grande Madre Russia, non uno Stato indipendente. Un’ invenzione di Lenin, poi arricchita della Crimea da Krusciov, mentre era parte integrante dello Stato russo fin dalla conquista del maresciallo Potemkin Sembrava di ascoltare l’imperatrice Caterina. Dopo essersi annesso la Transnistria, già moldava, poi l’Ossezia e L’Abkhazia, già georgiane, ora è la volta di un pezzo importante dell’Ucraina e le democrazie non sanno che fare, come al tempo del trattato di Monaco, che consentì ad Hitler di annettersi i Sudeti. E’ risaputo che Putin ha perso la sfida per fare della Russia una potenza economica, il suo Pil è inferiore a quello italiano e pure le condizioni in cui vive la popolazione non sono esaltanti, tra povertà, corruzione e sfacciate e rapaci oligarchie. Per queste ragioni lo Zar ha avviato una politica imperiale, che vede pure l’occupazione de facto di Bielorussia e Kazakistan, oltre alle avventure militari in Siria, Libia ed Africa, il tutto all’ombra degli eserciti benedetti dal Patriarca di Mosca. Visti i risultati si potrebbe pensare che siamo di fronte ad un nuovo Potemkin. appunto, ma è una strategia che nel tempo non è facile da reggere, specie se dietro non c’è una grande forza economica e tecnologica. Inoltre questo porta ad appiattirsi sulla Cina, che per ora preferisce comprarsi il mondo, anziché conquistarlo pur preparandosi anche per la seconda opzione. Questo si rivelerà un problema non solo economico e strategico, pure culturale, dato che i russi si sentono e sono da sempre europei, più che asiatici. Come si possa ricostruire un equilibrio tra le democrazie occidentali e il gigante russo, è un tema che deve interrogare soprattutto l’Europa, essendo gli USA impegnati nel contenimento del gigante cinese. La cosa non è né semplice, né facile, vista la migliore capacità di movimento dei regimi autoritari rispetto alle democrazie, eppure questa è la strada, anche se sarà difficile trovare una soluzione fino che a governerà Putin e considerando la capacità di sopportazione del popolo russo, è probabile che governerà ancora a lungo.

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