Lo Stato sovrano e i contribuenti-sudditi

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l Presidente di Confartigianato Veneto, Giuseppe Sbalchiero, ha lanciato un allarme sul clima instaurato dall’Agenzia delle Entrate con l’entrata in vigore della norma che consente il controllo dei movimenti bancari dei contribuenti.

Ha ragione Sbalchiero, siamo in un clima inquisitorio in cui lo stato di diritto è ribaltato.

Ogni giorno corriamo il rischio di confondere la lotta all’evasione fiscale con la guerra civile.

Qui non si vuole salvare i disonesti, né si propongo condoni, ma est modus in rebus.

Se, come dice Befera “siamo in guerra” allora serve una nuova convenzione di Ginevra per i diritti del contribuente.

L’espressione di Befera, tradisce il suo punto di vista, quella di chi considera tutti i cittadini alla stessa stregua, tutti hanno qualcosa da nascondere.

Il contribuente si trova in una situazione in cui l’arbitro è anche un giocatore della squadra avversaria, visto che l’unico modo possibile per contestare la sanzione è quella di rivolgersi a chi la sanzione l’ha comminata, e non a un giudice terzo, come avviene altroveò.

Da qualche anno l’Agenzia delle Entrate dispone di un’arma di dubbia legalità: l’accertamento esecutivo.

Qui non siamo più nel campo del diritto, perché il contribuente è chiamato a pagare prima che un giudice decida, esiste ancora un diritto di difesa?

Nella guerra di Befera ci rimettono anche i contribuenti onesti.

È in questo sistema che si inserisce il grande fratello dei conti correnti.

Potrebbe essere uno strumento come gli altri per contrastare l’evasione e l’elusione fiscale, ma nel nostro sistema squilibrato è solo un altro punto a favore dell’insanabile disparità che lo Stato pretende di avere nei confronti del cittadino-contribuente.

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