Lo stalliere della Tav

foto reggio emilia 2Dopo lo stalliere di Arcore, tal Mangano, giudicato collegato alla mafia, che tanti guai ha creato a Berlusconi e Dell’Utri, sia politici che giudiziari, ora scopriamo che pure il custode della Tav di Reggio Emilia, anche lui siciliano, pare legato alla ‘ndrangheta, perché da noi quella comanda.

Dico pare, perché indagini non se ne sono mai viste, a parte qualche operazione della Dia.

Il guardiano presunto mafioso era già stato segnalato, ma scrivono i giornali che ambienti del Comune (di cui era sindaco il neo ministro Delrio) e della Provincia di Reggio, abbiano insistito perché rimanesse al suo posto.

Purtroppo non si è saputo chi sia stato, noi supponiamo  ll centralinista, o meglio, un centralino automatico, ad inoltrare la richiesta.

Del resto che ne potevano sapere, a Reggio le mafie non esistono, ogni tanto brucia un’auto, un camion, una porta, qualche betoniera, si sa, sono il caldo e l’ “usura” del tempo.

Ogni tanto abbiamo un convegno in cui si denunciano infiltrazioni mafiose, ma se i mafiosi costruiscono palazzine, chi ha dato loro i permessi di edificazione, chi ha controllato i progetti, i subappalti, visto che non risulta implicato nessun politico o colletto bianco?

Non è possibile che la mafia si sia infiltrata, perciò non esiste.

A meno che, come nei gialli di Agatha, l’assassino non sia il maggiordomo, cioè il custode: è grazie alla sua complicità che le ‘ndrine sono entrate nella Tav, visto che la porta non era custodita, così deve essere accaduto nei vari Comuni, dove hanno costruito: sono entrati mentre l’usciere era al bar e si sono confusi con il via vai di impiegati e carte, occupando gli uffici vuoti, come nel film Sciarada, si sono dati da soli permessi ed autorizzazioni.

Per quanto riguarda i fidi bancari, deve essere stato ancora più semplice, visto che da tempo le banche hanno eliminato gli uscieri.

Insomma, a Reggio, Città delle Persone, non manca proprio nulla, neppure lo stalliere in odore di mafia, ma tranquilli, solo in odore, perché lo ripetiamo, la mafia non esiste

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