Lo dico chiaro. Il reddito di cittadinanza non mi piace

E si vede. L’importante sono i voti e quindi più che alla politica si ritorna agli slogan e alle mance.

Chi farà domanda entro aprile a maggio, se ha titolo, avrà il Reddito di Cittadinanza, che è un aiuto alla povertà, non un modo per trovare lavoro. È, a pieno titolo, una mancia che “copre” la Giggino-band nel caso di elezioni anticipate. Che sia vero tutto ciò non lo dico io, ma i fatti.  Si fa la domanda e poi si va al Centro per l’Impiego, ma non si trova il Navigator, che non è stato ancora assunto, quindi si va avanti, nella ricerca del lavoro, con i mezzi di prima, ma con 780 euro in saccoccia. Quando poi arriverà il Navigator, questi con i titoli di studio che ha (laure magitrale in Economia, Giurisprudenza, Sociologia, Scienze Politiche, Psicologia e Scienze della Formazione), farà una bella fatica a trovare posto come saldatore o tubista o montatore o addetto a macchine operatrici. Insomma il Navigator è un modo per piazzare 6.000 persone laureate senza impiego. Nella legge c’è che “le persone dovranno avere un posto adeguato al grado di istruzione” e me lo dite dove mettiamo tutti quei laureati in lettere, sociologia, psicologia, scienza della formazione? Non a fare un lavoro manuale, ma anche tutti quelli che hanno fatto il liceo e non si sono laureati sono equiparabili ad un diplomato? Se sì allora dovranno avere un posto da impiegati. Che sono sempre meno richiesti, figuriamoci poi se non hanno conoscenze specifiche come un ragioniere o un geometra.  Ora veniamo ai numeri. Si parlava di 5 milioni di potenziali aventi diritto al RdC, ma facciamo che siano solo 1,5 milioni e ammettiamo che i navigator siano 6.000 o forse meno. Con una semplice divisione ottengo che 1.500.000 diviso 6.000 = 250 che sono le persone che il navigator deve coordinare. Chi ha lavorato sa che un capo NON può da solo dirigere 250 persone. Chi non ha mai lavorato no. Chi se ne fotte, perché cerca solo i voti, se ne fotte appunto. Ora veniamo ai posti di lavoro.  Al nord manca, nell’industria, manodopera specializzata. Non lo dico io,  basta fermarsi davanti ad una delle tante vetrine dei job center, abbiamo bisogno di stagionali, nel turismo e in agricoltura, abbiamo bisogno di persone per l’aiuto ai non autosufficienti, abbiamo bisogno di infermieri e potrei andare ancora avanti. Ma vedrete che questi posti “scompariranno” dagli elenchi dei potenziali lavori proposti. Perché mostrerebbe il re nudo, ovvero la poca voglia di adattamento che ha la gente. Io sono figlio di una generazione che considerava il lavoro una fortuna, qualunque esso fosse e quella generazione mi ha guidato a studiare tenendo d’occhio le possibilità future di lavoro. Ora invece regna sovrana l’idea che i giovani debbano fare quello che più gli piace e poi si vedrà. Il risultato è che i giovani hanno intasato i licei (che bocciavano sempre meno) epoi le facoltà “leggere”e magari a far lettere ci hanno messo 6 anni. Perché? Per non essere da meno degli altri coetanei e per dare la soddisfazione alla famiglia di avere il  laureato. Non è a caso se lo dico. Dove il modello culturale non funziona, soprattutto al sud, i ritiri dalle superiori e dalle università sono costantemente in crescita. Di tutto questo non se ne sono certo curati quelli che hanno giurato sul RdC. Con i miliardi impegnati si sarebbero potuti aprire centri di specializzazioni semestrali per dare un mestiere alle persone. Poi tutti liberi di andarsi a cercare un posto di lavoro, ma con qualcosa in mano. Si danno soldi, si comincia a dire che dopo una prima tranche di 18 mesi se ne potrà avere una seconda e alla fine se ne troverà una terza… Senza incidere sul mondo del lavoro. Perché prima del lavoro viene il saperlo fare un lavoro. Di questo nessuno se ne occupa, perché una folla di questuanti te li puoi sempre comprare per una pipa di tabacco.

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