L’Italia chiede pane e lavoro? Dategli il Tri Conte e i voltagabbana

Renzi ha mollato gli ormeggi del Conte bis e ora la sua nave corsara è presa d’assalto da Pd e 5 Stelle per una rappresaglia feroce, che mira alla sua cancellazione. Si veleggia verso il Conte tris, un unicum nella storia del trasformismo politico italiano. Dal governo con la Lega, con annessi decreti Salvini, a quello col Pd, con cancellazione dei medesimi decreti e ora, fuoriuscita Italia Viva, a cui forse converrà cambiare nome, si va verso un governo con i soliti voltagabbana, che però dato il pensiero dominante dovremo chiamare responsabili, addirittura costruttori. Si tratta però della solita zuppa: il buon Mastella che si fa eleggere a destra e fa governi con la sinistra, vedi il governo D’Alema, ora al Senato c’è la moglie, ma lui è il grande manovratore, con lui Tabacci e altri revenant delle repubbliche passate. Tutto cambia, per non cambiare l’architrave del nuovo progressismo targato Giuseppi Conte. Capiamo la posizione di miracolati come i 5 Stelle, pure quella di un Pd che cacciato a calci dagli elettori, si trova di nuovo al potere, non capiamo la posizione di Mattarella, che dovrebbe farsi carico di un Paese che ha un governo solo formale e in cui le cose vanno male o sono ferme. Non mostra per ora di avere il coraggio che ebbero Scalfaro e Napolitano in momenti difficili, tutti felici dunque. Giuseppi svillaneggerà, dopo Salvini, anche Renzi in Senato, lo sprovveduto avvocato del popolo si è tolto il mantello ed è apparso il coniglio mannaro, l’avvocato “Pio-Tutto”, a cui la pandemia, lo sbandamento del Paese, l’ignavia di Mattarella e la pochezza dei partiti, hanno consentito di fatto i pieni poteri senza neppure passare dal voto, come almeno chiedeva Salvini. Scrivere queste cose ora non rende popolari, ma purtroppo si rischia di avere ragione. La pandemia è sempre stata fuori controllo, non siamo mai stati prontissimi e neppure un esempio per il mondo. I vaccini ci salveranno, ma i tempi non saranno quelli della propaganda del Conte Casalino. I bonus, alcuni assurdi e che hanno favorito istruiti e benestanti, finiranno con il prossimo scostamento di bilancio, mentre l’economia è al collasso. Abbiamo le chiusure più lunghe e severe, che hanno determinato la maggior contrazione del Pil e il record dei morti, tutto il resto è fuffa. Per non parlare dei problemi che marciscono da tempo, ma costano: Alitalia, Ilva, Autostrade, ricordate il grido: abbiamo cacciato i Benetton, dopo aver sconfitto la povertà? Poi le centinaia di tavoli di crisi senza una risposta, l’Italia chiede pane e lavoro, si sarebbe detto una volta e le viene dato il governo dei voltagabbana, assieme a chi gridava ad ogni piè sospinto: onestà, onestà!

Tutto lecito, è la democrazia parlamentare, bellezza, come ha dottamente spiegato Dario Franceschini, un altro evergreen del potere che non viene eletto neppure a casa sua, ma non si schioda.

La tenaglia Pd-M5s con l’apertura ai responsabili – pardon costruttori – secondo uno schema che prima faceva schifo, ma che ora persino Beppe Grillo benedice, ha incastrato Renzi.

Col tempo capiremo se il fiorentino abbia tirato troppo la corda, se non sarebbe stato meglio accontentarsi di limitare Conte con l’appoggio silenzioso del Pd, mentre oggi il Pd, nella sua componente ex comunista ha l’occasione di distruggere l’uomo che ne aveva cambiato linguaggio e connotati.

Insomma, tra facce di bronzo, nani politici e conformismo, l’avvocato Conte si salverà, Renzi diverrà un samurai sconfitto e sempre più solitario, il Pd gli comprerà metà delle sue truppe, le destre brutte e sporche saranno ancora una volta bloccate e tutti saranno felici.

In fondo i destini dell’Italia e degli italiani, attesi da un lungo inverno, non erano il problema centrale.

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