Liberalizzazioni, poco coraggio e troppa sobrietà

Vero che il Governo Monti, sulle liberalizzazioni, ha fatto quello che nessuno aveva fatto. Anche se, rispetto all’immobilità una velocità di venti chilometri sembra pazzesca, resta pur sempre modesta. Certo l’unica cosa imponente del decreto è il titolo “ cresci Italia” e la crescita purtroppo avrà la forza del decreto,cioè un -2%.

La sobrietà è una bella cosa, ma non se si applica al coraggio. Sperando che il Parlamento, mai nome fu più indovinato, non riduca ulteriormente la velocità, con queste norme si aprono piccole crepe nel muro delle corporazioni, non certo dei varchi. Colpite le professioni, anche se non mortalmente, sono state risparmiate poste, ferrovie, assicurazioni e banche, con la motivazione che hanno già tanti problemi, come se la gente che guadagna milleduecento euro, non ne avesse. Meglio che niente, si dirà ed è vero, anche perché rompere le incrostazioni di questo Paese è impresa titanica, inoltre confidiamo che la crisi e i cambiamenti del mondo si insinuino nelle fessure, facendo saltare la diga. Ora, poiché tutto si tiene, aspettiamo la riforma del mercato del lavoro, sperando di sbagliarci, riteniamo che anche lì il coraggio non abbonderà, in fondo si tratta di battere la grande corporazione sindacale, che tiene per le palle il Pd e non solo, quando non si è riusciti a contenere i tassisti che tenevano per le palle solo Gasparri

 

 

 

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