L’Europa a marcia indietro

Il-giovane-gambero La rissa innescata da Renzi contro l’Europa, in puro stile Tartarino di Firenze, consente di fare il punto su una Unione che, anziché procedere, arretra. O meglio, procede sul piano finanziario: Euro, Bce, Vigilanza bancaria, Fondo salva “staterelli”, ma arretra su quello politico, il simbolo di ciò è il blocco della libera circolazione. Certo le cose sono molto cambiate: gli Usa sono energeticamente autosufficienti e guardano sempre meno alle questioni medio-orientali, che sono il giardino di casa nostra, rivolgono l’attenzione all’Asia e al Sud America, nel mentre la Russia ritorna grande potenza e divide l’Europa tra gli ex satelliti, che ne temono il ritorno e vogliono l’ombrello Usa, non fidandosi della Nato, e gli altri, che vogliono superare il problema Ucraina per avere un aiuto dalla Russia. Purtroppo non si possono avere due padroni, ma senza gli Usa, L’Europa non sa sciogliere il nodo. Vi è poi un’Europa carolingia che torna ad emergere; va dalla Germania ai Paesi Bassi, alla Francia, fino all’Italia del nord.E’ il cuore economico dell’Europa, il cuore che la mantiene tra i protagonisti del mondo, ma dall’Europa Carolingia non sono esclusi solo i paesi dell’Est, ma anche quelli del sud: Spagna, Portogallo e Italia meridionale, nonché la Grecia, che sono la porta d’ingresso della nuova invasione, per lo più musulmana, come era accaduto prima della battaglia di Poitier. Solo che l’Europa Carolingia aveva un solo esercito e una sola politica, la nostra, invece, ha una sola moneta e nemmeno per tutti. Abbiamo forzato la storia, inseguito utopie, magari nobili, che dopo secoli di guerre ci hanno consegnato una pace, tra europei, che speriamo perenne. Però se tornerà l’Europa Carolingia, neppure questo sarà garantito. Per l’Italia la sfida è ancora più seria, perché sta metà dentro e metà fuori e non darei per scontato che, chiamata a scegliere, la metà che sta dentro accetterà di essere solidale con quella che sta fuori. In Spagna i catalani ed i baschi vogliono tornare a prima della riconquista. La storia non si ripete, direbbe la storytelling renziana, può essere, ma leggerla non farebbe male a nessun governante, men che meno a Matteo Renzi, anche se purtroppo non si può condensare in un tweet.

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