L’Etruria della Boschi

precisazioni-salvataggio-banche-etruria-boschi1 Dice Scanzi, giornalista del Fatto, che alla presentazione del libro annuale di Bruno Vespa, dedicato alle donne di potere, la domanda più insidiosa per la Boschi sia stata: “Qual’è il tramonto che più l’ha commossa”. Non sappiamo se l’episodio sia vero, il Fatto è giornale chiaramente di parte. Non sappiamo quale sia il tramonto che ha più commosso Madonna Boschi, la Merkel disegnata dal Botticelli, dice Vespa, di certo sappiamo quale è il tramonto che la sta angustiando, quello della Popolare dell’Etruria. La Banca ha sede ad Arezzo, città della ministra, il padre era vice-presidente, il fratello dipendente con qualche responsabilità, insomma non era un cassiere, li lavorava pure il padre di Lotti e quella era una delle banche che finanziarono il padre di Renzi. Detto che la Boschi è il miglior ministro di un governo pieno di nani e ballerine, si sarebbe detto una volta, detto che non si deve dimettere, va ribadito che la questione non può passare sotto silenzio. Già con Mps avevamo visto che ci sono molti intoccabili, ma un piccolo conflitto di interessi esiste, se la Boschi deve assentarsi dal Consiglio dei Ministri quando si parla di riforma delle Popolari o del decreto salva banche. Pure alla Leopolda il suo ruolo di star è stato ridimensionato, sostituita da Ottavia Soncini, pupilla di Delrio, eletta vice- presidente del consiglio regionale dell’Emilia Romagna, dopo uno stage nella segreteria di un consigliere regionale. Questo conferma l’opinione che è meglio frequentare le anticamere della politica,  che le aule universitarie, o i centri per l’impiego, anche con il jobs act. Conferma anche che i casting di belle ragazze da usare come presentatrici non erano una prerogativa del centrodestra, che l’era delle Bindi è finita, il che può pure essere un bene, visto che ormai l’immagine è tutto, in tv vanno solo belle ragazze. Però come per la storytelling renziana, non tutto va bene e non tutte le donne sono giovani, belle ed eleganti. Questi alla Leopolda aspettano il futuro, senza sapere che è già arrivato, come sa chi frequenta il mondo e non solo Palazzo Chigi e che bisogna decidere oggi per ciò che accadrà tra dieci anni. Ford ha deciso di investire 4,5 miliardi nell’auto elettrica, è uno dei mille segni che il futuro è qui e che il treno ha già passato anche la stazione Leopolda, che le nuove tecnologie e le aziende internet creeranno un popolo di giovani, che se non opportunamente specializzati, non vedranno mai un posto di lavoro. Sì, lo dico, alla Leopolda va in onda un film vecchio, idee superate e non basta dire che sono nuove rispetto ad un passato giurassico. Altro che spezzeremo le reni alla Germania, il mondo corre e noi barcolliamo e barcolliamo sulle gambe di una old economy sempre più in crisi, assenti come siamo dalle nuove frontiere! Per quanto riguarda le angosce di Maria Elena, ci permetta la confidenza, siamo solo all’inizio, la bomba delle sofferenze bancarie andava disinnescata prima, ora bisogna sperare non arrivi una nuova recessione a ricordarci che non esistono pasti gratis per nessuno.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.