Le indennità dei parlamentari italiani sono le più alte d’Europa

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Dal confronto con i sei principali Paesi dell’Area Euro, emerge che l’indennità di deputati e senatori italiani, in relazione all’importo lordo mensile, è la più alta. Il dato è contenuto nella relazione della Commissione governativa per il livellamento retributivo Italia-Europa, istituita con DPCM del 28 luglio 2011 e presieduta dal presidente dell’ISTAT Enrico Giovannini. Come si legge nella premessa della relazione, pubblicata nell’apposita sezione del Dipartimento della Funzione Pubblica il 2 gennaio scorso, il DL n. 98/2011 convertito ha previsto il citato livellamento retributivo per deputati e senatori, membri di altri organi di rilievo costituzionale, componenti di organi di vertice di Autorità e Agenzie e figure apicali delle amministrazioni pubbliche, a decorrere prossime elezioni, nomine o rinnovi e per compensi, retribuzioni e indennità non ancora determinati alla data di entrata in vigore del decreto (art. 1, comma 6). Per tale motivo l’art. 1, comma 3 del DL ha previsto la costituzione di una Commissione, in carica per quattro anni, incaricata di individuare, entro il 1° luglio di ogni anno, la media ponderata rispetto al PIL dei trattamenti economici percepiti annualmente dai titolari di omologhe cariche e incarichi nei sei principali Stati dell’Area Euro riferiti all’anno precedente e aggiornati all’anno in corso, sulla base delle previsioni dell’indice armonizzato dei prezzi al consumo contenute nel DEF. Per il calcolo delle medie dei trattamenti economici, la Commissione ha preso come riferimento i seguenti Paesi europei: Germania, Francia, Spagna, Paesi Bassi, Belgio, Austria. Presentando la sintesi dei dati finora raccolti su deputati e senatori, la Commissione sottolinea che l’eterogeneità delle situazioni nei singoli Paesi rende i dati non facilmente confrontabili. Nella relazione si precisa, inoltre, che i dati sono “del tutto provvisori e di qualità insufficiente per una loro utilizzazione ai fini indicati dalla legge”. Nel dettaglio, la Commissione ha distinto tre ampie tipologie di erogazioni a favore dei parlamentari: indennità in senso stretto, spese per acquisto di beni e servizi (erogate in forma forfettaria o di rimborso), altre voci e vitalizi. A livello di numeri, dalla comparazione emerge comunque che l’indennità parlamentare (importo lordo mensile) di deputati e senatori italiani è, rispettivamente, pari 11.283 e 11.550 euro, a fronte di 7.100 in Francia, 7.668 per i deputati in Germania e solo 2.813 euro per i deputati spagnoli e 2.232 per quelli dei Paesi Bassi. Diverso, però, il discorso della diaria mensile o indennità di rappresentanza, che in Italia costa poco più di 3.500 euro, a fronte dei quasi 4.000 (3.984) degli omologhi tedeschi, mentre, per buona parte degli altri Paesi, tale dato non è disponibile. Invece, in relazione ai collaboratori di deputati e senatori, la spesa per loro sostenuta nel nostro Paese rientra tra le spese di rappresentanza, pari a 3.690 e 4.180 euro erogati, rispettivamente, al gruppo parlamentare del deputato e del senatore. In Francia, invece, oltre alle spese di rappresentanza di 6.412 euro mensili per i deputati e di 6.340 euro per i senatori, per i collaboratori sono previsti un massimo di 9.138 euro e 7.548 euro mensili linea di credito, che, se non usate, si restituiscono. Per la Camera, l’indennità netta è però inferiore Nonostante, però, la Commissione concluda che le tavole presentate illustrano la difficoltà di calcolare dati di qualità e sufficientemente comparabili, ragion per cui il legislatore dovrebbe riflettere sull’effettiva applicabilità della normativa, con un comunicato stampa diramato ieri, l’ufficio stampa della Camera ha sottolineato che, dalla tabella di comparazione contenuta nella relazione, si ricava che il costo complessivo sostenuto per i deputati italiani in carica è inferiore rispetto a quello sostenuto dalle Assemblee dei Paesi europei con il PIL più elevato. Inoltre, l’importo dell’indennità spettante ai deputati italiani (pari a 11.283,28 euro) è indicato al lordo delle ritenute previdenziali, fiscali e assistenziali. Invece, al netto di tali ritenute – comprese addizionali regionali e comunali – l’importo dell’indennità, corrisposta per dodici mensilità, è pari mediamente a 5.000 euro. Tale somma – prosegue il comunicato – si riduce ancora per i deputati che svolgono un’attività lavorativa per la quale percepiscono un reddito uguale o superiore al 15% dell’indennità parlamentare. Sono queste, dunque, per la Camera, le cifre cui bisogna guardare per individuare quanto effettivamente viene posto a disposizione dei deputati a titolo di indennità. Comparando tale dato con quello degli altri Paesi europei, tenendo conto dei differenti regimi fiscali, l’ammontare netto dell’indennità parlamentare erogato ai nostri deputati risulterebbe quindi inferiore rispetto a quello percepito dai componenti di altri Parlamenti presi a riferimento.

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