Le elezioni di un paese nel caos

disperazioneLo tsunami elettorale ha lasciato un paese nel panico, consegnandolo ad una ingovernabilità senza grandi soluzioni. Il Pd stravince, in seggi, alla Camera, in virtù di un assurdo premio di maggioranza. Al Senato però può fare maggioranza o con Berlusconi o, più risicata, con Grillo.

Ora il Pd in pieno stato confusionale, dice no a qualsiasi accordo con Berlusconi e guarda a Grillo, il quale si dichiara pronto a votare singoli provvedimenti, tutti sgraditi al centrodestra, ma rifiuta le alleanze. Insomma, il Pd propone un governo che vada a raccogliere i voti in Parlamento sui singoli provvedimenti, peccato che prima occorra la fiducia.

Se non si ha il coraggio di fare un governo di larghe intese a tempo,che cambi la legge elettorale, abolisca le Province, tagli i privilegi della casta, completi la decretazione delle leggi del governo uscente e ci porti a votare, lo si dica subito, i mercati, contrariamente a quanto dice Berlusconi, non aspettano.

Se si esce dall’equivoco e dal balletto di confuse dichiarazioni, resta una sola strada: tornare al voto, anche con questa pessima legge e cambiando cavalli, Renzi al posto di Bersani, ed alleanze, Scelta Civica al posto di Vendola, si chieda un voto per la governabilità, come è successo in Grecia.

Se gli italiani respingeranno questa proposta, votando Berlusconi o Grillo, avranno fatto la loro scelta e tutto sarà chiaro. Io ritengo che si trattetrebbe di scelte suicide, come i prossimi giorni si incaricheranno di dimostrare, ma è meglio una fine improvvisa che un declino senza fine. Se non si avrà il coraggio della sfida, allora è meglio, come dice Grillo, che questa classe politica si arrenda, per lasciare il posto ad altri.

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