Le convulsioni del PD

pd-dcI giornali sono pieni di pagine che parlano del congresso del Pd, descrivono le varie correnti, quelle pro Renzi, la sua e quelle contro, tutte le altre. Insomma sul biliardo corrono le palle e qualcuno dovrà finire in buca:

Questa volta, se perde, Renzi farà la scissione e correrà da premier, lo ammette a denti stretti anche il “doroteo” Delrio, ministro per grazia ricevuta.

Se vincerà, la scissione avverrà a sinistra dove scalpitano Barca e l’evanescente Civati.

Tutto questo agitarsi parte dal presupposto che il Pd vinca le elezioni, un’idea ricorrente, dalla macchina da guerra di Occhetto, allo smacchiatore di giaguari Bersani.

L’idea ricorre, ma il Pd non ha mai vinto le elezioni, senza ricorrere a un non comunista e Renzi è appunto, come Prodi, un ex democristiano: già segretario di Lapo Pistelli, vive di politica da sempre, anche se è riuscito a far credere di essere un esterno alla Casta.

Il pd, come sempre monopolizza le pagine dei giornali, con le sue liti, con le primarie e con l’idea, probabilmente vera, che con Renzi si vince, ma al Paese tutto questo interessa?

No, perché il problema da tempo, non è chi vince le elezioni, nè che maggioranze si formino, bensì sono le cose da fare.

Una su tutte: tagliare la spesa corrente, composta per larga parte da stipendi e costi di funzionamento, pensioni e sanità.

Cameron ha licenziato 500.000 dipendenti statali, triplicato le tasse universitarie e privatizzato le Poste regie, attive dal 1500.

Solo cosi si possono abbassare le tasse e ridurre la burocrazia, che si snellisce solo riducendo i burocrati.

Renzi ha idee liberal, intende mettere mano alle norme sul lavoro e supponiamo alla giungla salariale, per cui c’ è chi prende troppo, i dipendenti di Camera e Senato e chi troppo poco, i precari.

Questo vuol dire scontrarsi con i sindacati (e in particolare con la Cgil), che ormai rappresentano pensionati e statali. Un solo dato: il costo dei dipendenti pubblici è salito del 40% negli ultimi dieci anni in presenza di una riduzione di 190.000 addetti.

Ammesso che vinca, come potrà Renzi realizzare il suo programma con alle spalle un partito che viaggia nella direzione contraria?

Per questo al Paese interessa poco il dibattito interno al suo partito, ora è il tempo di decidere e da quelle parti discutono sulla guida, senza mai parlare della direzione di marcia.

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