L’abbraccio Pd-Berlusconi. Delrio e l’arte di avere sempre ragione

Meno male che Silvio c’è, dichiara di fatto alla Stampa Graziano Delrio, capogruppo del Pd alla Camera, nel redarguire quella parte dei 5 Stelle che si oppongono ancora per poco all’ingresso in maggioranza dello “Psiconano,” secondo Beppe Grillo. La cosa potrà piacere o no, ma non sorprende chi ha sufficiente memoria per ricordare che Berlusconi e il Pd hanno già governato assieme, governi Monti e Letta. Senza scordare che il Pd governa quasi sempre anche quando perde le elezioni, grazie ai transfughi di Forza Italia. Si tratti degli straccioni di Valmy, guidati da Cossiga, che fecero nascere il governo D’Alema, o in epoca più recente gli alfaniani che mantennero in piedi il governo Letta e poi quello di Renzi, dopo la rottura con Berlusconi. Governi di cui faceva parte pure l’onorevole Delrio. Visti i precedenti dunque non stupisce che il dialogo non si sia mai interrotto, né stupisce che i numerosi governi di sinistra non abbiano mai prodotto una legge sul conflitto di interessi, visto che bastava la minaccia per spingere Berlusconi alla trattativa. Il resto era la solita presa per i fondelli degli italiani: il moralismo contro Berlusconi per i suoi guai giudiziari, la nipote di Mubarak, le collusioni con la mafia, tutto fumo negli occhi. Ora il Caimano è diventato uno statista, dopo che la sinistra si era convinta che non servisse più a nulla e lo aveva espulso dal Parlamento, forzando anche parecchio il diritto, adesso di fronte alla forza dei “sovranisti” è stato rispolverato come certi abiti da sera che si tirano fuori alla bisogna. Delrio sa bene che il moralismo deve  essere distribuito a piene mani al popolo, mentre la morale deve  essere elastica per conservare sempre e comunque il potere. E Allora viva Silvio, l’esponente di una destra moderata e intelligente, ragionevole e politicamente corretta, come in passato lo era quella di Casini, oggi senatore Pd, della Lorenzin, oggi deputata Pd e del povero Fini, a cui neppure Scelta Civica di Monti riuscì a garantire un seggio. Purtroppo per lui, gli elettori della destra classica sono meno tolleranti di quelli di Forza Italia e sanno che la destra che va bene al Pd non è una destra, ma una foglia di fico. E’ molto dubbio che l’operazione riesca, non tanto per l’opposizione dei grillini, quelli ormai hanno perso ogni decenza, ma soprattutto perché il Pd non può dare a Berlusconi nessuno scudo contro il raider francese Bollorè e anche perché una volta uscito dal centro destra, Silvio farebbe la stessa fine che preconizzava ai vari Casini, Follini e Fini: essere condannato all’ irrilevanza. E neppure i cattolici dossettiani come Delrio amano gli inutili idioti.

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