La volpe di Rignano, cioè Matteo Renzi, in versione pacifista piace. Non siamo in guerra, anzi la guerra non esiste, pertanto restiamo appartati, come Mussolini nel ’40, in attesa di vedere come vanno le cose. Del resto la guerra non è il nostro mestiere, quelle fatte le abbiamo perse, anche quelle vinte sono merito altrui, dal Risorgimento in avanti, infatti la pace per noi l’hanno sempre firmata altri, da Napoleone terzo, in avanti. Certo la grana mesopotamica è un ginepraio in cui addentrarsi è pericoloso, ma restare fermi, vuol dire non contare nulla, come infatti già accade. Bombardare non ha nessun senso, ma porre con forza il tema che nell’area c’è anche la Libia, non sarebbe stato male. Invece dopo l’infelice esperienza di uno spagnolo, Bernardino Leon, ora il mediatore è tedesco, quando avrebbe dovuto essere italiano. Che senso ha restare in Afghanistan a reggere la coda agli americani, invece che occuparsi della Libia, da cui partono molti barconi? Forse questo low profile serve ad evitare attentati, speriamo, di certo ci confina in un ruolo subalterno alle decisioni degli altri, anche quando sono sbagliate, come i bombardamenti francesi alla Libia o le sanzioni alla Russia, la diga occidentale all’espansione dell’islam radicale nelle ex repubbliche sovietiche dell’Asia e del Caucaso. Nessuno chiede che l’Italia agisca da sola, ma è inaccettabile questa marginalizzazione politica, questo pagare i conti di pranzi a cui non siamo neppure invitati. Il premier ha incontrato tutti i protagonisti, sauditi, iraniani, russi, americani, che giocano partite trasversali, combattono guerre per procura, ha realizzato qualche affare, ma non sappiamo che politica intenda seguire. Siamo con gli sciti o coi sunniti, con la Turchia alleata NATO o con i curdi, che addestriamo, siamo con israele o con i palestinesi, con gli iraniani che combattono i sunniti o con gli arabi che combattono gli sciiti? In LIbia siamo con Tobruk o Tripoli? O semplicemente stiamo con tutti? Franza o Spagna purché se magna? Ma la politica estera procura voti? No. Le guerre ancora meno ed allora avanti con la furbizia e lo stellone italico, forse la volpe di Rignano crede che i leader mondiali si possano buggerare come un Alfano qualsiasi, o forse il nuovo principe non sarà mai un leone.
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