C’è un gran numero di giornalisti, analisti politici e persone comuni, che parla e crede sinceramente che la Russia abbia invaso l’Ucraina perché vedeva minacciata la sua sicurezza. Passi che nessuno nelle democrazie occidentali voglia morire per Kiev o per qualsiasi altra capitale fuori dalle nostre alleanze, anche se non darei per certo che saremmo disposti a farlo per gli alleati, ma questa giustificazione non sta in piedi. Nessuno stava minacciando la sicurezza russa, semmai negli anni è la Russia che ha minacciato in Europa, altri paesi. I carri armati russi hanno invaso l’Ungheria, la Cecoslovacchia, la Georgia, la Moldavia e L’Ucraina, hanno riportato l’ordine in Bielorussia e Kazakistan, nello stesso arco di tempo nessun carrarmato della Nato si è mosso. Certo, dopo il crollo del comunismo, molti paesi dell’est Europa hanno aderito alla Comunità e alla Nato, ma non erano costretti, è stata un’operazione strategico- politica legittima e non minacciosa. Anche il problema dei missili nucleari è un falso problema: in molti paesi non sono schierati come in Norvegia, che con la Russia confina, sebbene appartenga alla Nato da decenni e perché ormai possono essere lanciati dall’aria e dal mare e hanno gittate lunghissime, ammesso che siano uno strumento utilizzabile. Proviamo a dirlo chiaramente: ciò che spinge i Paesi dell’Est verso l’occidente sono due ragioni, il benessere e la libertà, mentre la Russia e i suoi satelliti sono poveri e illiberali. Detta così si potrebbe obbiettare che basterebbe l’adesione all’Europa, purtroppo i lunghi anni del dominio russo hanno alimentato anche la paura e questo spiega l’approdo nella Nato. E’ la preoccupazione per i comportamenti russi che sta spingendo anche Svezia e Finlandia, paesi neutrali, ad avvicinarsi alla Nato, se la Russia si sente minacciata, i paesi ai suoi confini si sentono con qualche ragione in più a loro volta minacciati. Poiché la Russia è profondamente europea, perché siamo tornati ad una situazione diciamo da guerra fredda? Proprio perché, dopo il crollo del comunismo, mentre quasi tutta l’Europa dell’Est evolveva verso la democrazia, a volte con forme imperfette e verso l’economia di mercato, la Russia è tornata indietro verso l’idea zarista, la democrazia non è sbocciata, la gente fuori da Mosca e San Pietroburgo vive poveramente e l’immensa ricchezza del paese è finita nelle mani di una rapace oligarchia. Il ritorno dell’impero zarista disegna un futuro difficile per tutta l’Europa, Russia compresa e le proteste che attraversano tutto il continente ci dicono che questo è stato ben compreso soprattutto dai giovani, perché un impero basato su rapaci e illiberali oligarchie, non può fare altro che continuare ad espandersi verso i vicini. Putin non ha paura della Nato, ha paura del potere di attrazione dell’Europa, del suo modello economico, sociale, della sua democrazia, in una parola ha paura del contagio delle libertà. Sarà una notte lunga, in cui anche noi dovremo evitare di ragionare col vecchio metro della paura e del pregiudizio, certi che il putinismo non sopravviverà al suo Zar. Ce lo fa pensare il fermento sotterraneo della società russa.