O forse no. Certo se fosse passato il governo con Savona sarebbe stata una vera rivoluzione. Saremmo andati a Bruxelles come i francesi alla Bastiglia qualche anno fa e sarebbe stata rivoluzione. Alla testa ci sarebbe stato Paolo, non di Tarso (anche lui, a suo modo rivoluzionario) e ci avrebbero ascoltato, magari ci avrebbero dato un abbuono sul debito pubblico e saremmo ritornati a Roma carichi di oro e di onori: peccato che di mezzo ci sia stato un omen nomen (Mattarella) che ci ha rispedito nel presente e ci costringe anche a leggere le carte ed approfondire i discorsi. Già, chi è Paolo? Gran rivoluzionario no, almeno leggendo il suo passato: titoli, di quelli veri, tanti da far impallidire non solo un marchese, ma anche un Conte. Cariche finchè se ne vuole, tutte di alto profilo. Se si pensa al profilo di tutto quello che sulle pubbliche piazze il Grillo Parlante ha sempre denunciato come affamatore del popolo o di quello che Matteo Lepenista denunciava come pluto-giudaico. Confindustria (con Carli), Banca d’Italia (con molti), amico dei socialisti (Amato) e dei democristiani (Cossiga e Prodi), e poi di tutta la “plebaglia” della seconda repubblica (D’Alema e Berlusconi): tutto questo gli ha fruttato consigli di amministrazione prestigiosi, ma mai di primo piano, più appoggi (e soldi dalla politica) di serie B con svarioni. Tanto da far venire il sospetto che la sua candidatura sia stata la mossa pigliatutto di Salvimaio (o si salvi chi può), l’ennesima marchetta di un vecchio che non arrivando mai ai titoli dei giornali veri si dà via almeno per la parrocchia. Già perchè il nostro Paolo non ha mai lasciato le amate sponde, trascurando l’ultima marchetta per un hedge fund di diritto lussemburghese ma di capitali tutti italiani (sempre per essere coerenti con i diktat del nuovo che avanza). Le sue avventure aziendali sono terminate tutte PRIMA che la magistratura intervenisse. E quando poi è intervenuta di tangenti ne ha trovato montagne. Amici americani tanti, ad esempio Bannon, sodale di Trump: e allora si potrebbe cominciare a pensare che la marchetta è multipla. Salvimaio pensano di far saltare il banco per poi metterlo a gridare in Europa e lui farà un piacere agli americani facendo saltare l’euro. Perchè gli scenari non sono più quelli di prima, ora c’è il Biondone che ha capito che non ha un ghello per pagare i conti e che avere contro non solo Putin, Merkel, Macron e la Cina, ma anche una moneta reale (l’euro), è andare contro a rovina certa e allora intanto ci si leva dalle palle l’euro, gli scambi tutti in dollari e se Dio vuole si torna a fare il bello e il cattivo tempo. Tutto questo si può fare e con poca spesa, se gioca Paolo. Il tempo non è favorevole, perchè Paolo è del 1936 come il Berlusca. Tanto per capirci., ma che ve lo dico a fare, tutti i grillini lo sanno, almeno quelli che leggono il Fatto Quotidiano, da cui ho preso i dati.
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