La parata “sobria”

parate sobriaLa popolazione italiana è vecchia, e tante sue istituzioni.

Prendiamo l’esercito come esempio. Siamo arrivati circa ultimi ad un esercito di professionisti.

E questo ci è costato una fortuna: in caserme (guardate oggi quante ce ne sono di vuote), in ore lavoro perdute, in scelte professionali (chi trovava un lavoro vero prima aver fatto il militare?) e in corruzione (chiunque ha fatto il militare sa che il maresciallo addetto ai rifornimenti “guadagnava” più del colonnello).

Ora ci siamo adeguati. Mi chiedo come teniamo in esercizio i muscoli dei militi e le cellule grigie dei graduati. Combattere un nemico uomo o gestire una situazione di disastro o potenziale tale, mi sembra la stessa cosa. E credo che lo pensino anche le forze armate che da sempre intervengono nelle zone disastrate. Penso solo che dovrebbe essere più esteso l’intervento e che oltre ai disastri si dovrebbe procedere anche alla prevenzione dei medesimi.

Si accorcerebbe la distanza tra la società e le forze armate, si creerebbe una contiguità che sarebbe poi utile in caso di guerra-guerra, si testerebbero le capacità tattiche e strategiche di coloro che sono preposti a ciò e forse attrarrebbe un maggior numero di persone, magari qualitativamente migliori (non è che i nostri generali, nelle passate guerre abbiano sempre brillato). Mentre scrivo, mi sembra tutto di una banalità sconvolgente, ma un tarlo mi si insinua, non è proprio per questa immagine trita che della bandiera italiana ci ricordiamo solo negli eventi sportivi? Peccato signor Presidente della Repubblica, era facile fare la parata facendo sfilare alcuni mezzi adatti all’intervento civile, niente carri armati, ma ruspe, niente aerei, ma elicotteri di pronto intervento.

Avremmo capito che la repubblica era popolare, che era fondata sul lavoro e garantita da un esercito che ci difende da tutti e da tutto, anche dalle catastrofi. Se poi mi voleste dire che è necessario conoscere le nuove tattiche e i materiali adatti per la guerra, vi posso segnalare tanti nemici veri, da catturare, se non da abbattere.

Ultima cosa, nelle zone terremotate hanno fatto capolino gli sciacalli, bene, io considererei quelle aree zona di guerra, darei all’esercito la responsabilità della sicurezza e poi applicherei il codice militare.

Ma per ora ci aspetta solo la “parata sobria”.

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