La minaccia NO TAV

notav

Mai avrei immaginato di provare tanta stima per il Presidente Giorgio Napolitano, un uomo che ha dedicato la propria vita all’ideale comunista, anche se sempre in modo pacato. Invece, dopo aver disarcionato Berlusconi dalla presidenza del consiglio in modo impeccabile e con un tempismo degno del miglior stratega, con l’appoggio determinante di Mario Draghi, ha scelto Mario Monti come pompiere per spegnere l’incendio che divampava in casa Italia. Ora si è rifiutato di legittimare l’oltranzismo destabilizzante di alcuni sindaci della Val di Susa.La formula “Non è di mia competenza”, ineccepibile costituzionalmente, non nasconde il fatto che Napolitano non intende confrontarsi con chi mette in discussione l’autorità dello Stato, tirando bombe contro cantieri ed agenti e bloccando le strade. Non che le rimostranze degli amministratori della località montana piemontese siano infondate, ma non si può neppure difendere un diritto di salvaguardia territoriale utilizzando orde barbariche pronte a mettere a ferro fuoco ogni cosa. Non mi stupirebbe, infatti, che venissero dimostrate incongruità nell’opera mastodontica che si va sviluppando in Val di Susa.

Non sarebbe la prima volta che qualche incompetente accademico utilizza una laurea per ambizioni di carriera creando danni esponenziali, nel tempo, attraverso un’opera pubblica, ma accettare la minaccia di squadristi rossi non è meno deleteria per l’intero paese. Chi sono dunque questi famigerati movimenti NO TAV che assaltano,lanciano sassi, tirano sprangate e bombe carta contro forze dell’ordine e giornalisti? Nel complesso rappresentano movimenti borderline di estrema sinistra, come Anarchici o ex comunisti, la cui testa decisionale è composta, vien da sospettare avendoli visti all’opera, da personaggi che sedevano in parlamento nella scorsa legislatura.

Questi signori hanno astutamente dato un’impronta camaleontica al movimento, composto da una rete di cellule più o meno grandi, che coordinate costituiscono un corpo unico e si infiltrano, di volta in volta, nella protesta popolare. Il braccio operativo è costituito prevalentemente da ragazzi di un’età compresa tra i venti e trent’anni, universitari, usati da cattivi maestri, ideologi da strapazzo, o intellettuali a busta paga dello Stato, che possono consentirsi di essere rivoluzionari, avendo il culo nel burro.

Sarebbe comunque un grave errore sottovalutare la forza di questa nuova guerriglia contro lo Stato. Questo movimento ha connivenze in ogni strato sociale, alcuni giornalisti in voga hanno definito l’azione praticata “di Resistenza”, ma i Partigiani lottavano contro una dittatura che impediva la libertà di espressione e di parola, esattamente il contrario di ciò che fanno questi “rivoluzionari” nei confronti di quelli che hanno un’ idea diversa.

Lo scopo di questi estremisti è il potere, ottenibile non subito e non per vie democratiche, ma con pazienza, convinti e non a torto che il peggioramento ed il perdurare della crisi economica, mieterà sempre più vittime non solo tra gli strati sociali medio-bassi, nei quali pescheranno sempre più sostenitori, che a loro volta getteranno benzina sul fuoco dell’odio, in modo che l’incendio si propaghi a macchia d’olio.

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.