La Manovra indebolisce la lotta all’evasione

In uno stato federalista i poteri vanno spostati nel punto più vicino ai cittadini che consenta di esercitarli con efficienza. In virtù di questo principio generale, il governo precendente aveva dato sempre più poteri alle autorità Comunali per la lotta all’evasione fiscale. I Comuni sono infatti i meglio attrezzati per incrociare i dati degli accatastamenti con le unità abitative realmente presenti sul territorio e fare così emergere un’evasione dei tributi locali, o per

segnalare attività commerciali esercitate senza aprire la partita IVA, o le residenze fittizie all’estero, cioè quei soggetti che pur risultando formalmente residenti all’estero mantengano l’effettivo domicilio nel comune, o anche per segnalare stili di vita non conformi con il reddito dichiarato. Per compensare l’impegno richiesto ai Comuni, si è man mano aumentata la quota delle imposte emerse in seguito a segnalazione che veniva assegnata allo stesso Comune, passando negli anni dal 33% al 50%. Visto però che molti Comuni apparivano avere una certa inerzia nel recupero dell’evasione, la manovra finanziaria di Luglio prevedeva che se il Comune avesse costituito i Consigli Tributari entro il 31/12/2011 avrebbe avuto diritto nei due anni seguenti al recupero del 100% di quanto emerso. I Consigli Tributari altro non sono che commissioni tecniche costituite da personale interno all’ente: il direttore dei servizi finanziari, il comandante dei vigili urbani, il responsabile dell’anagrafe, il responsabile dei servizi informatici, i responsabili di attività produttive ed edilizia privata. I consigli tributari erano così organi a costo zero, ma che avrebbero consentito un bel salto in avanti all’attività di recupero dell’evasione. In forza dell’obbligo di fare relazioni formali sulla propria attività a scadenze regolari, e al potere di convocare ed interfacciarsi con le direzioni provinciali dell’agenzia delle entrate, del catasto, dell’INPS e della guardia di Finanza, si sarebbe potuto potenziare di molte volte il potere di contrasto all’evasione degli enti locali. Come era prevedibile verso la fine dell’anno c’è stata una generale corsa a costituire questi Consigli Tributari, con diversi Comuni che avevano già deliberato e altri che si preparavano a farlo. E in mezzo a questo è arrivato un fulmine a ciel sereno: la manovra Monti abolisce questi organi. Nessuna spiegazione sul perché, in quanto essendo organi a costo zero non si può certo ipotizzare un risparmio di spesa. E dato che la manovra fa della giustizia sociale e del recupero dell’evasione una delle sue bandiere principali, giustificando con questo il taglio netto della possibilità di uso del contante, fare un provvedimento che va nella direzione opposta non è particolarmente coerente. Intanto i dirigenti dei Comuni sono con le mani nei capelli, impegnati a cancellare le delibere già iscritte negli ordini del girono dei Consigli Comunali, o a riconvocare detti consigli per cancellare le delibere già approvate. E qualcuno fa notare che dal divieto di uso del contante le banche ricavano delle commissioni e dei nuovi conti correnti, mentre dal recupero dell’evasione tramite i Consigli Tributari non avrebbero beneficiato.

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