La magia di Mario Draghi

 Il governatore della Bce è riuscito a sorprendere gli operatori e gli analisti, non tanto per l’estensione del QE, quanto per la capacità di ottenere con voto unanime, l’impegno a mantenere i tassi fermi almeno fino all’estate del 2019 o oltre se necessario. Inoltre ha sottolineato che il QE è un’arma che può tornare in campo anche dopo la sua conclusione e soprattutto che l’euro è irreversibile, aggiungendo dopo una pausa, un significativo …that’s it!. Tutto questo ha rafforzato la fiducia e la percezione che Draghi c’è, almeno fino all’ottobre del ’19 e che la sua politica non sarà facile da smantellare. Riassumiamo qui le decisioni della Bce:

QE- prolungamento fino a dicembre al ritmo di 15 Mld mensili di acquisti.

REINVESTIMENTI-saranno in essere per un esteso periodo di tempo dopo la fine del QE, insomma fino a quando sarà necessario per mantenere favorevoli condizioni di liquidità

TASSI-resteranno fermi fino all’estate 2019, incluso quello sui depositi, ora a -0,40, poi si vedrà come va l’inflazione e pure la crescita.

Ora in un mondo normale il dollaro dovrebbe rafforzarsi, il che favorisce le esportazioni. I titoli di stato dei Paesi periferici dovrebbero riprendersi, in parte è accaduto, fino a normalizzarsi. Lo spread italiano tornare sotto i 200 punti, in area 180. Tutto questo Trump e governi europei, italiano compreso, permettendo.

In linea di massima le borse dovrebbero veder favoriti i titoli indebitati, come le utility, gli export oriented e penalizzate le banche, la loro occasione dovrebbe arrivare dal 2020. Senza sconvolgimenti politici, pur in presenza di volatilità i corsi azionari europei dovrebbero salire  e pure le obbligazioni recuperare le perdite recenti. Speriamo sia appunto…that’s it!

 

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