La gente e la politica. Divergenze parallele

 Non parlo di Garibaldi, ma di noi e dei nostri politici. Siamo due mondi, apparentemente contigui, ma in verità lontani anni luce. Noi non parliamo con loro e loro non parlano con noi. Noi li vediamo, per lo più in TV, ma loro si comportano come se noi non esistessimo. E ciò é tanto vero che hanno deciso di fare a meno di noi anche come votanti. La nuova legge elettorale non ci contempla, loro fanno le liste, noi ne votiamo solo una piccola parte e in quella parte non possiamo apprezzare l’uomo e disprezzare la lista, perché l’uomo é la lista (abolito il voto disgiunto). E d’ora in poi loro sono una casta e noi i servi della gleba. Loro faranno le loro congiure. Manderanno a casa qualcuno, ne eleveranno altri, ma tutto senza il nostro consenso o dissenso. Per la verità questo era già chiaro da un po’, da quando i deputati e i senatori si compravano o si costituivano in gruppi “autonomi” dai partiti per poi votare a destra o a sinistra a loro dire “secondo coscienza” o “per dover di patria/stabilità”. Dai fatti risultava più per privati interessi e così abbiamo visto nascere gli Alfano, i Verdini, i Razzi, gli Scilipoti, tutta gente che una volta entrata non riesci più a schiodare dagli scanni, perché eletti con garanzia notarile pretesa e ricevuta dai “potenti” del momento: i Silvi, i Mattei e tutta questa “onorevole” genie. Il nuovo che avanza nel frattempo cerca di non avanzare troppo in fretta, non si allea per non sporcarsi, ma così facendo fa affogare il paese nella merda. La filosofia perseguita é quella dell’homo novus, ma anche a guardare i rappresentanti politici di quella parte, piuttosto cadavericus, e comunque totalmente paraocchiutus, buono quindi ad appartenere di diritto al parco buoi, a non esprimersi e se sì su una piattaforma virtuale che non garantisce né dagli hacher né da chi la controlla. Mala tempora currunt, dicevano i romani che quando si rompevano le balle una mano a cambiare le cose se la davano. Noi no, noi abbiamo aspettato di essere portati al mattatoio e, stanchi di tutte le legnate prese, siamo contenti di entrare nella fila che ci ridurrà in bistecche. Neanche di qualità eccelsa, ma questo lo sapevate già.

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