La Francia è spaccata a metà

laltra-metc3a0-della-mela L’attuale Presidente della Repubblica francese, Francois Hollande, ha vinto più che per meriti suoi, per gli errori del suo antagonista, Nicolas Paul Stephane Sarkozy de Nagy-Bocsa, meglio conosciuto come Nicolas Sarkozy.

Hollande è apparso, fin dall’inizio della sua campagna elettorale, un candidato insicuro,con una personalità flebile e senza un appeal particolare: il suo eloquio ricorda quello dei parroci di campagna della Francia profonda, più che quello di un leader politico di livello nazionale.

L’unico argomento forte della campagna di Hollande è stato quello dell’opposizione alla politica economica europea dominata dalla Germania e che ha lasciato sul campo, anche in Francia, migliaia di “vittime”, fra licenziati e falliti: un’opposizione che però non ha mai fatto intravedere una ricetta alternativa e che si è limitata a lanciare un generico appello a favore della crescita economica.

Sarkozy, pur nella posizione di forza di presidente uscente, ha commesso una serie di errori che gli sono costati molto cari: si è eccessivamente sdraiato sulle posizioni liberiste e monetariste della Merkel, forse sperando di riuscire a guidare lui l’Europa, attraverso l’asse preferenziale Francia-Germania, ma così non è stato e Sarkozy ha finito con lo svolgere un ruolo di comprimario, mentre la stanza dei bottoni è rimasta a Berlino. In politica interna si è accorto troppo tardi del grave problema rappresentato dall’immigrazione clandestina in Francia e delle questioni relative alla sicurezza ed all’ordine pubblico, specie nelle banlieue, divenute una sorta di terra di nessuno.

Di questa trascuratezza si è avvantaggiata, infatti, l’estrema destra di Marine Le Pen, che nel primo turno delle elezioni presidenziali ha ottenuto un risultato straordinario, conseguendo il 18 per cento dei voti. In politica estera Sarkozy ha voluto mostrare i muscoli in Libia, e in generale nei Paesi del Nord Africa, fino a scontrarsi con gli alleati internazionali, ma alla fine non ha portato a casa che modesti risultati, sia sul piano politico che su quello economico. Preoccupato di difendere la sua immagine di uomo di centro, ha finito con il perdere i consensi della destra, anche di quella moderata, che si è spostata oltre. Quest’aria da “super uomo”, che ricorda il mito di Nietzsche, non gli ha giovato, ne’ gli ha giovato l’atteggiamento sprezzante verso l’Italia ed il suo Governo; non gli ha giovato nemmeno il suo matrimonio con una modella italiana, che ha il cuore a sinistra, ma il portafoglio a destra.

Ora Sarkozy, che De Gaulle aveva definito “il nano malefico”, non ride più, ma ha assunto un’aria contrita, quasi dimessa, giungendo a promettere ai francesi che si ritirerà definitivamente dalla politica: d’altronde, Sarkozy dovrebbe sapere che: “chi è causa del suo mal pianga se stesso”. Il neo presidente Hollande ed partito socialista francese, dovrebbero invece fare un bagno di umiltà, anziché auto-esaltarsi, poiché la loro è stata una vittoria di stretta misura, che lascia la Francia spaccata politicamente a metà. Il principale obiettivo di Hollande dovrebbe essere dunque quello di riconquistare l’elettorato moderato che non lo ha votato.

Per questa ragione lascerei perdere quegli obiettivi massimalisti e laicisti presenti nel suo programma elettorale: la Francia non ha bisogno di matrimoni fra persone dello stesso sesso, ne’ di tornare all’energia delle candele, ma di lavoro, di investimenti produttivi e di sviluppo economico.

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