La fine di Monti

23927373 il-futuro-dell-italia-se-oggi-il-nostro-un-paese-narciso-di-matteo-patrone-0Diciamolo chiaro, il governo Monti sta finendo male la sua avventura, iniziata con molte speranze, ma i partiti che oggi lo attaccano, il Pdl o lo disconoscono, il Pd, stanno iniziando nel modo peggiore la nuova legislatura.

Certo Monti ha fatto molti errori, ma per il fatto che ha ascoltato i partiti che lo sostenevano, anziché tagliare loro le unghie.

Così sono nate deboli la legge anticorruzione, la riforma del mercato del lavoro, le privatizzazioni.

Così si sono fermati i tagli alle spese della politica, l’abolizione delle province, la riforma della legge elettorale.

Così i responsabili del disastro hanno potuto accusare Monti di vent’anni di malgoverno, dopo averlo chiamato a salvare il Paese dalla crisi di credibilità e liquidità che lo stavano portando al fallimento, dopo i tre anni di inconcludente governo Berlusconi e dopo aver votato tutti i provvedimenti dello stesso.

Monti ha sbagliato a voler mediare, ha sbagliato a non tagliare la spesa pubblica, lo stagno che alimenta la corruzione e il consenso dei partiti, scegliendo la via facile dell’aumento delle tasse, cioè la strada sempre scelta dai partiti. L’unica volta che ha tirato diritto è stato sulla riforma previdenziale, che pur perfettibile, nessuno voleva fare.

Resta da chiedersi se abbia fatto bene a presentarsi alle elezioni, anziché attendere in salotto un incarico, alla stregua di un qualsiasi Giuliano Amato.

La risposta è semplice: no, se pensava di ricavarne incarichi di prestigio e potere, allora faceva meglio a stare in pantofole.

Sì, se crede davvero che all’Italia che lavora e produce serva una rappresenta politica seria ed autorevole.

Ora che la sagra dell’ipocrisia e del doppio gioco è scoperta, come dimostra la vicenda dei marò e l’inqualificabile comportamento dell’ex ministro Terzi, strumento di una destra irresponsabile, sarebbe opportuno che rinunciasse ad ogni ambizione e si mettesse a girare l’Italia per spiegare che indietro dalla linea della serietà non si torna, che i debiti vanno pagati e i privilegi tagliati.

Tanto i partiti ci metteranno poco a far vedere di essere quelli di prima e anche il nuovismo grillino resterà prigioniero dei suoi niet, come sta succedendo a Parma, a proposito, qualcuno ricordi al sindaco che la sua città è in Emilia, come Kabul è in Afghanistan. Il loro successo che sarà grande, sarà l’inizio del loro declino.

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