Premesso come già scritto, che a Roma le cinque stelle sono cadenti, che lo spettacolo è deprimente e che i grillini devono capire che non si governa in solitudine, ma confrontandosi con la realtà, non si può non stupirsi che al coro del sistema, si sia aggiunta la chiesa italiana, nel dire che la Città eterna è una pattumiera. Come se fossero gli ottanta giorni di non governo della Raggi la causa di tutto. Occasioni per parlare la Conferenza episcopale ne ha avute, in questi anni, quando si è formato il debito di dieci miliardi di euro, anche con Veltroni e Rutelli, spesso presenti a baciare anelli cardinalizi e papali. Una chiesa che ha intrallazzato con la politica, cedendo o affittando case, non ci è sembrata una gran Propaganda Fide, una Chiesa che vive in palazzi sontuosi e non nelle periferie, una Chiesa che non segue neppure l’esempio di morigeratezza del Papa. Se davvero monsignor Galantino vuole aiutare Roma, cominci col pagare l’Ici sui numerosi immobili commerciali. Solo chi è senza peccato può scagliare la prima pietra. Tutto questo non assolverebbe la Raggi dalle sue responsabilità, ma almeno abbasserebbe la coltre dell’ipocrisia.
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