La canzone infinita

Ieri sera ero invitato a cena da amici e sono andato a comprare un paio di bottiglie di vino. Ho un negozio che mi piace molto, mi ci perdo e chiacchieriamo col proprietario. Ieri, appunto, mi ha detto “oggi poche chiacchiere, perchè devo scaricare il camion”. È una bottiglieria non particolarmente grande e mi sono meravigliato: “come, hai comprato un camion di vino?” “certo, è fallita La Versa e ho comprato in liquidazione, anzi perchè non te ne compri un paio di cartoni, ti faccio un prezzaccio”. Detto fatto. Fatta cena, tornato a casa, sono andato a guardare un paio di cose su internet, perchè La Versa, cantina da più di 100 anni, la conosco bene (i suoi vini, soprattutto gli spumanti). E ho letto l’infinita storia dell’italica incapacità di fare business. Riassumo: 17 milioni di debiti, un fatturato (2014) crollato sotto i 6 milioni. Il motivo maggiore del crollo del fatturato è che era crollato il mercato dello sfuso (vino venduto a damigiane). Tutto detto. Incapacità di fare una strategia almeno difensiva (sono vent’anni che lo sfuso sta crollando, almeno quello italiano, per la concorrenza dei paesi dall’altra parte del mediterraneo). I francesi, che lo sanno da sempre, imbottigliano tutto, e per venire incontro all’altro mercato (per uso domestico) trent’anni fa si sono inventati il cubevin (cartoni sotto vuoto con rubinettino incorporato, i primi erano addirittura “ricaricabili”. Per sfuso vino algerino, tunisino e marocchino. Hanno sempre puntato sulla qualità, la serietà (da loro grandi scandali sulla stampa internazionale non se ne sono visti) e la continuità del prodotto. I loro metodi di vinificazione non sono draconiani come i nostri, ma nessuno si sogna di passare i limiti(da noi è la regola e la fortuna degli zuccherifici che vendono sottobanco a prezzi folli). È talmente vero quello che dico che il cosiddetto metodo Charmat (per la spumantizzazione) l’ha messo a punto un italiano (Martinotti, 1895), ma adottato poi da Eugene Charmat che mise a punto l’attrezzatura. Martinotti era astigiano (dove a quei tempi si produceva la maggior parte dello spumante). Cahrmat capì la potenzialità e ci “rubò” una grossa fetta di quel mercato.

Ritornando alla Versa, strategia zero, marketing sotto zero, contabilità industriale ,un ufo. Risultato: addio mia bella addio, La Versa se ne va: vedrete se la compreranno (il marchio) qualcuno di paesi dove lo spumante si vende a fiumi. Così con quel marchio venderanno quello che producono dove gli pare. Il marchio è importante e lo sapranno sfruttare al meglio. Come è accaduto con la Marazzi, che tutti sghignazzavano perchè i cinesi l’avevano pagata un miliardo e mezzo ed era strafallita. Ma poi con il marchio i cinesi hanno raddoppiato il costo delle loro piastrelle e le risate ci sono rimaste in gola. Perchè da noi gli imprenditori, supportati dai politici, sono  ciechi come le talpe, o hanno gli occhi dietro la testa. Salvo poi are grandi convegni dove si parla di rilancio dell’economia, di creazione di nuovi posti di lavoro. Di seghe mentali, che servono soltanto ad andare in alberghi pentastellati e ristoranti trendy. Tanto poi il conto arriva sempre a noi. salute, perchè in vino veritas!

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