La camorra no, non l’avevo considerata.

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I reggiani non si vogliono proprio far mancare nulla. Non bastavano la ricchezza diffusa, la piena occupazione, consumi americani, diete ipercaloriche, continui viaggi in isole lontane. Già si era sentito parlare di infiltrazioni della n’drangheta, ora è arrivata anche la camorra, anzi per essere precisi i clan casalesi, quelli descritti da Saviano, a cui Reggio Emilia ha offerto la cittadinanza onoraria e tributato applausi, convinta della sua superiorità. E’ vero che i casalesi sono stati avvistati a Fabbrico, un piccolo centro, ma è la culla della leadership del Pd, da lì viene l’attuale segretario Ferrari, che ha comperato casa da un imprenditore, sospettato di essere legato a quei clan. Ovviamente senza saperlo, ma quanta severità verso i politici che stringevano mani di sospetti camorristi, o partecipavano a pranzi elettorali o matrimoniali, magari anche loro non lo sapevano!

Ora Reggio, la città diversa e moralmente superiore, deve decidere se nascondersi dietro il ritornello dell’ignoranza o pretendere che i suoi capi, come la moglie di Cesare, non siano neppure sfiorati dal sospetto. Supponiamo si propenderà per l’ipotesi garantista.

Resta da chiedersi ancora una volta se in questa Città mancano i reati o le indagini, perché non si riesce a capire come le varie mafie abbiano potuto insediarsi, senza collusioni, contatti od altro. Un mistero, anzi un dogma, come la verginità di Maria. Per ora mancano all’appello la mafia siciliana, forse in disarmo e quelle asiatiche, ma non diamole perse, magari più avanti scopriremo che anche loro hanno investito sul territorio, proprio per non farci mancare nulla. Aspettiamo fiduciosi una conferenza a Fabbrico di Saviano, potrebbe andar bene anche una cena, con annessa lettura dei verbali, fatta da Travaglio e perché no, un dibattito con l’onorevole Cosentino.

Ora, mentre anche nella grassa Reggio i menù si fanno più sobri, non a caso per la liturgia del Tricolore è arrivato Monti, i viaggi più brevi, la disoccupazione più lunga, gli investimenti più scarsi, sarebbe veramente triste scoprire che non siamo diversi dal resto del Paese o almeno più pirla, visto che nessuno si è accorto di nulla. Con la lodevole eccezione di pochi giornalisti e del Prefetto, che aveva mostrato qualche cartellino rosso, di cui non si sa più nulla.

Del resto gli affari sono affari, il silenzio è d’oro, l’oro è denaro e il denaro è vita: homo , sine pecunia, imago mortis. Tutto purché Reggio resti, come canta Guccini, una grassa signora coi fianchi un po’ molli e allora nessuno disturbi il manovratore, o sollevi il velo. Domani è un altro giorno, si vedrà, per ora basti sapere che non ci manca proprio nulla.

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