Jobs act e paraculi

jobsact-renzi La notizia è che il PD reggiano si spacca nel consiglio comunale e non riesce a far passare un ordine del giorno di plauso al nuovo Jobs Act. Alcuni consiglieri di maggioranza, tra cui quelli di Sel, votano contro e il laudatorio ordine del giorno non passa. A cosa servisse oltre a lodare il premier, nessuno lo sa. La legge è già, in parte, operativa per cui semmai andava approvato un sollecito ad emanare i decreti attuativi. Un esempio di come maggioranza e giunta si occupino di tutto, dalla politica estera, ai matrimoni gay, fino alle paraculate verso Renzi, meno che dei problemi di Reggio. Le fiere, in vista dell’Expo, falliscono e sul nuovo Palazzo dello Sport assistiamo al balletto dell’indecisionismo, ristrutturo o costruisco? Mi si nota di più se ristrutturo, o se non faccio nulla? Meglio non fare nulla, anche questo è Jobs Act. Sui reprobi De Lucia, Scarpino e altri, piovono le invettive dei renziani,  De Lucia è accusato di essere un giovane divergente, i giovani o sono renziani, o non sono. Per Scarpino è diverso, trattasi di politico che non si vuole rottamare, non se ne vuole andare, non si accoda, insomma, un caso disperato. Sel è partito di lotta in Piazza del Popolo, ma di saldo governo, se si tratta di Piazza Prampolini. Il potere non puzza. Renzi non è Mussolini, ma i suoi seguaci sembrano degli Starace in sedicesimo, non pericolosi, ma francamente ridicoli. Emuli dei migliori paraculi berlusconiani, compresi i numerosi convertiti, ora a dar manforte arrivano Cosimo Mele, esperto in escort e cocaina e il poeta Sandro Bondi, con annessa compagna. Intanto i reggiani aspettano, quelli di via Turri, senza riscaldamento hanno pure un po’ freddo, ma con la bella stagione il problema si risolverà. Renzi è il Re Sole, abbiate fede.

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