Francamente se non ci fosse da piangere, verrebbe da ridere nel sentire i sindaci reggiani sdegnarsi per la liquidazione da un milione di euro dell’ex amministratore delegato di Iren, allontanato probabilmente perché non aveva raggiunto gli obiettivi. Infatti era stato nominato da loro e loro in assemblea con i colleghi degli altri comuni, avevano stabilito , o quantomeno accettato, il suo compenso, infatti gli enti locali controllano la maggioranza dell’ utility. Tutto questo, quando la Cisl reggiana e la consigliera Rubertelli hanno denunciato che Iren lasciava al freddo i cittadini dei condomini di via Turri a Reggio Emilia, senza fare distinzione tra onesti e disonesti, legali e abusivi, ha partorito alte grida di sdegno e una riduzione di 50.000 euro del compenso del nuovo a.d., una” colossale” riduzione che sfiora il 5% ben che vada, perché lo stipendio è composto anche da bonus, che non sono al momento stimabili.
Insomma, come cantavano i Nomadi in “Dio è morto,” l’ipocrisia di chi sta sempre con la ragione e mai col torto. Infatti, nonostante lo sdegno morale del sindaco Vecchi e compagni, il board di Iren, cioè il consiglio di amministrazione, per dirlo in italiano, è costato nel 2013 “solo” tre milioni di euro e anche se i conti per singolo amministratore sono complicati dal fatto che a metà anno il Cda è stato cambiato, il costo sarebbe stato in verità di soli 1,9 milioni, senza le indennità di fine rapporto dell’ex presidente Bazzano e dell’ex a.d. Garbati, oltre un milione di buona uscita. Siccome la politica è capricciosa, a.d., presidenti e direttori in Iren cambiano spesso e tutti partono con la loro buonuscita milionaria, mica vorremo renderli tristi, come quei licenziati che se ne vanno con le sole pezze al culo? Il nuovo a.d. Bianco, quello dello sconticino, dovrebbe essere il terzo, dopo Garbati e De Santis in un anno e mezzo, manco fosse una squadra in zona retrocessione, mentre a metà 2013, al posto di Bazzano (Pd), è subentrato Francesco Profumo (Pd) e il vice presidente, Bagnacani, area Pizzarotti, è stato sostituito da Viero, area Delrio, gia direttore generale, gratificato di uno stipendio di euro 369.000, ma che certo avrà avuto una cospicua liquidazione, che supponiamo sia iscritta in un diverso capitolo di bilancio. Si giustificano queste cifre da nababbi? A giudicare dall’andamento del titolo, no: nel solo 2013 ha perduto il 50% e parliamo di un anno in cui si è ripreso, a giudicare dall’andamento dell’azienda neppure, guadagna poco ed è indebitatissima, a giudicare dalla soddisfazione degli utenti neppure, visto che le bollette salgono, anziché scendere. Allora chi ci guadagna?
La politica, che nomina consiglieri, magari competenti, ma di origine politica (come l’ex sindaco di Quattro Castella), in una pletora di consigli, dove il più sfigato si cucca 80.000 euro l’anno e i più fortunati molto di più. Ancora la politica, che “indirizza” appalti, forniture e acquisti, o almeno potrebbe essere tentata di farlo. Se ci fosse un’indagine, dubito che non salterebbe fuori qualcosa. La politica, che assume raccomandati, anche se formalmente assume per merito. La soluzione non è fondere i debiti di Iren con quelli di Hera, ma privatizzare le municipalizzate: i comuni non devono vendere gas, acqua e rifiuti, sono già in appalto esterno, in quanto legalmente Iren è una società privata. Purtroppo un po’ anche per responsabilità dei cittadini, il potere del partito- guida (ma gli altri non sono diversi), è diventato totalmente autoreferenziale e i topi non lasciano il formaggio finché c’è anche solo un po’ di crosta, per cui prepariamoci a pagare i conti di una casta che prende retribuzioni superiori di gran lunga a quelle del Presidente della Repubblica, che già percepisce più del Presidente degli Stati Uniti. Questi hanno già da tempo trovato l’America, col voto dei nostri sindaci, che stanno sempre con la ragione dei più forti, anziché col torto dei più deboli.
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