Irap da ridurre, è la priorità per la crescita

verso nordL’invito ad abbassare l’Irap – una vera e propria tassa “fabbrica-disoccupati” – fatto recentemente dal segretario regionale veneto della Cisl alla Regione Veneto suona come un grido di allarme.

Ho paura, purtroppo, che rimarrà inascoltato.

Franca Porto chiede che gli organi di governo della cosa pubblica svolgano un ruolo attivo per aggredire la crisi soprattutto nel suo aspetto più drammatico: l’aumento della disoccupazione.

Il sindacato sta facendo e continuerà a fare la sua parte. Cosa vuol dire?

I rappresentanti dei lavoratori sono disponibili a lavorare con contratti di solidarietà che premino la produttività e a rivedere in toto le politiche di sostegno alla disoccupazione che la stessa Porto oggi definisce “passive”.

Questa posizione, non nuova della Cisl, dimostra quanto lo stesso sindacato sia consapevole non solo della profondità della crisi, ma dei cambiamenti che comporta per il mondo del lavoro. Al contrario, la medesima coscienza non sembra aver ispirato la maggioranza in consiglio regionale quando, poco più di due mesi fa, ha approvato il bilancio 2013.

Eppure, in quella sede, avevamo proposto un cambio di direzione netto rispetto al passato.

Verso Nord aveva presentato degli emendamenti che fissavano due principi:

1) ogni euro recuperato dalla lotta all’evasione deve ritornare nelle tasche di cittadini e imprese che hanno pagato quelle stesse tasse, attraverso una riduzione di tasse pari al gettito dell’evaso recuperato;

2) nell’impossibilità immediata di eliminarla completamente, l’Irap deve essere abbassata almeno ad alcune categorie di imprese a partire, ad esempio, dalle no-profit che svolgono lavoro di assistenza e cura di bambini e anziani. Tali imprese svolgono un servizio sociale che il pubblico non riesce ad assicurare perché la loro attività è essenzialmente gestione di personale e sono pertanto ultra-penalizzate da una tassa come l’IRAP. La risposta della maggioranza è stata, negativa.

Totale è stato il disinteresse anche da gran parte dell’opposizione. E’ continuata, come se l’emergenza occupazione non ci fosse, la logica della spartizione bipartisan di mance, incentivi e aiutini intermediati dalla politica (spesso con modalità clientelari).

I circa 76 milioni di euro di evasione fiscale che la Regione prevede di recuperare nel 2013 saranno destinati in parte a mantenere il carrozzone di AVEPA, in parte per dare incentivi alle imprese.

Resto convinto che il sistema delle imprese veneto avrebbe un giovamento di gran lunga superiore se fosse sgravata di 76 milioni di IRAP: sarebbe il segno di un’inversione di tendenza in fatto di tasse e aiuterebbe più di ogni altra cosa a sostenere le imprese che vogliono assumere.

Saranno invece indotte, anche quest’anno, ad elemosinare una decina di milioni di contributi che quasi sempre vanno a finire ai soliti noti, per di più ottenuti dopo esser stati ampiamente taglieggiati da ogni sorta di obblighi burocratici e da montagne di carte.

L’emergenza che stiamo vivendo ci impone di cambiare velocemente prospettiva. Lo possiamo fare riducendo la spesa pubblica improduttiva della Regione e abbassando l’Irap in misura proporzionale alle somme recuperate dall’evasione.

Lo possiamo fare in sede di assestamento di bilancio già oggi in corso di redazione. Questi i fatti che il Veneto produttivo attende dalla Regione.

Ad oggi solo parole.

Rispondi

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.