Indignati è dire poco, gli esponenti comunali e provinciali del Pd denunciano che contro di loro viene usato “il metodo Bibbiano basato su calunnia e diffamazione” e ricordano a tutti “qui per noi sta la differenza tra garantisti e giustizialisti”.
Se la vicenda della richiesta di trasferimento del Procuratore Mescolini, firmata da Nino Di Matteo, non fosse una cosa molto seria, a leggere le affermazioni dei dirigenti del Pd verrebbe da ridere. Sì. perché se c’è un partito che ha sempre demonizzato gli avversari sulla base di un avviso di garanzia è proprio il Pd e gli organi di informazione di area. Poi perché molte delle fortune politiche di quel partito nascono da una certa benevolenza degli inquirenti nei suoi confronti, come ben documentato dalle chat di Palamara e per quanto riguarda Reggio dalle risultanze della commissione del Csm, presieduta da Di Matteo.
Chi scrive non ha mai definito il Pd, partito di Bibbiano, a differenza dei dirigenti 5 Stelle, a partire da Di Maio, con cui il Pd ha costruito un governo e vuole costruire un’alleanza strategica, però non si possono ignorare i fatti.
Il primo è che all’hotel Champagne a discutere con Palamara e altri membri del Csm c’erano due deputati del Pd, Cosimo Ferri e Luca Lotti.
Secondo, che il vice-presidente del Csm, che regola vita e carriera dei magistrati, è sempre stato negli ultimi anni un esponente del Pd, Mancino, Legnini e infine Ermini, tutti ex deputati di quel partito. Se tre indizi non fanno una prova, di certo possono indurre un dubbio.
La lettera del Pd che circola nei social
Terzo, è vero che sono state ignorate le informative dei carabinieri che puntavano sulle responsabilità di esponenti di quel partito a Reggio.
Quarto, che la commissione Di Matteo nel chiedere il trasferimento del Procuratore capo, dà credito alle denunce delle sostitute che lo accusano di aver impedito di iscrivere nel registro degli indagati l’attuale sindaco e di aver ritardato o chiesto di ritardare l’invio degli avvisi di garanzia per l’indagine sui dirigenti comunali e sui fatti di Bibbiano, a dopo le elezioni comunali e regionali.
Sono fatti politicamente gravi: i rilievi giudiziari non competono ai commentatori, ma è lecito chiedere al Pd di dare risposte serie, come risposte dovrebbe dare l’ex ministro Delrio, in merito alla nomina del Benotti, indagato per l’affare delle mascherine cinesi, consulente giuridico del suo ministero, pur senza possedere, come documentato in una trasmissione televisiva, neppure la laurea in legge.
Nella stessa vicenda è pure coinvolta la segretaria dell’ex ministro, tal Antonella Appulo e il medesimo Benotti intratteneva strette relazioni con il dottor Bonaretti, non indagato, già collaboratore del ministro stesso e ora nello staff del commissario Arcuri. Nessuno afferma che vi siano colpe, ma certo non si può non rispondere e non chiarire, dopo che gli esponenti del Pd avevano fatto giustamente un gran rumore sui camici donati dal cognato del Presidente della Lombardia, Fontana.
Da tempo scriviamo che probabilmente a Reggio non mancano i reati, ma le indagini, in attesa delle quali ci accontenteremmo di una maggior trasparenza amministrativa e di una maggior serietà politica da parte di chi governa da sempre la nostra Città.
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