In hoc signum Silvio vinces!

 Il sogno questa volta  è di Silvio, il segno non è la croce (come per Costantino), ma le facce dei tanti satrapi pluri condannati (dai giudici e dalla storia) che hanno ancora potere di “acchiappo elettorale” nei loro collegi e questo, come l’altra volta, sarà il viatico per la vittoria alle elezioni del 4 marzo. Perché la guerra sarà vinta nell’attribuzione dei seggi uninominali con singolo turno. In quelli il candidato conterà tanto e quindi il localismo sarà fondamentale. Come il votare i partiti e non le coalizioni, perchè il voto di coalizione viene “suddiviso” tra i partiti della stessa, mentre il voto al partito resta “intero”. Questo  aspetto favorirà molto il M5S che non ha coalizioni, indebolirà moltissimo il PD, che é in colizione con tre scartine inutili  e quindi Silvio ha bisogno di gente che porta voti, ma non generici, no, locali, nei collegi. Ora è chiaro perchè si sia caricato di certi vecchi arnesi. Facile per lui il gioco, grazie anche al suicidio renziano, che pare far di tutto per perdere, dal caricarsi inutili personaggi al piazzarli in seggi “sicuri” che rischiano, proprio per la presenza di quei personaggi, di esserlo sempre meno e quindi Silvio vincerà le elezioni. Cioé niente, perchè il problema sarà fare un governo e con il gregge che ha messo insieme sarà una roba da bilancino del farmacista. Ma questo è ancora niente, perchè il governo dovrà anche essere gradito in Europa e questo è ancora più complicato, perchè là comandano: 1-Merkel (culona), 2-Schultz (kapò), 3-Macron (antisilvio per eccellenza e necessità). Quindi il parto  potrebbe essere cosa non breve (con Salvini che non vede l’ora di sfanculare l’UE e l’euro) e tutti sappiamo che le vacanze sono sacre e quindi si rischia di arrivare a settembre. Ma da quelle parti del calendario Supermario é circa libero e di lui l’Europa si fida.

Silvio è serio e di giorno fa campagna elettorale impegnandosi, ma di notte ha gli incubi, perchè lui c’è già passato: vinte le elezioni del 2008 in modo strabordante nel 2011, arrivò Monti  e lui andò a casa e non solo, alle elezioni del 2013 prese circa la metà dei voti (7,3 milioni contro 13,6).

Quindi per dirla come Shakespeare: much ado about nothing (tanto rumore per nulla).

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