Il voto cattolico

c9993e1c0eolo-II.jpg-300x198E’ da prima della fine della Dc che non esiste un partito di raccolta del voto cattolico, inoltre la secolarizzazione ha ridotto drasticamente il numero dei cattolici praticanti.

Queste questioni sono sempre state ben chiare al Cardinal Ruini, un sacerdote politicamente dottissimo, che aveva capito che il problema dei cattolici in politica era non diventare irrilevanti, così la Margherita dapprima condizionò la sinistra, poi diede vita al Pd, mentre l’Udc condizionava il nascente fronte Berlusconiano, peraltro molto ricco di politici di matrice cattolica.

Con questa realpolitik, il Cardinale ha portato la politica a dire i no e i sì che la gerarchia ecclesiastica desiderava.

Oggi la situazione è molto difficile, perché la difesa del centrodestra berlusconiano è quasi impossibile, nonostante i tentativi del Cardinal Bertone, non solo per la vita privata dell’ex premier, ma per il fallimento del suo governo proprio sui fronti più cari al mondo cattolico, come una fiscalità vantaggiosa per le famiglie, in particolare se numerose.

Mentre la svolta a sinistra del Pd ha reso irrilevante la presenza dei deputati cattolici, come si vedrà subito dopo le elezioni, quando Bersani, potendo concedere poco sul piano economico, accelererà sui diritti “civili”, come fece Zapatero.

Bagnasco ha scelto, pur tra ondeggiamenti e arretramenti, di esprimere una preferenza per il premier uscente Monti e per la sua lista Scelta Civica, nella quale sono presenti numerosi candidati cattolici. Scelta forse obbligata, ma inevitabilmente minoritaria, anche se tra i cattolici Monti raccoglie il doppio dei voti, rispetto alla sua media. Anche i nuovi candidati non provengono dall’esperienza democristiana, ma in prevalenza da movimenti come S Egidio, Cl, Movimento per la vita, oltre che dalle tradizionali organizzazioni economiche Cooperative e da Confartigianato.

E’ un segno dei tempi che cambiano, come il declino dell’UDC, che sarebbe avvenuto anche senza la presenza di Monti, anzi il professore sarà la sua ancora di salvezza, per non parlare di Fini, alleanza inutile e dannosa.

Si sa, la politica è l’arte del possibile e anche le gerarchie ecclesiastiche dovranno porsi il tema di nuove relazioni con essa, compreso il movimento grillino, votato da molti cattolici.

Monti va bene, ma per ora è solo il debutto del tentativo di costruire, dopo vent’anni di berlusconismo, un nuovo partito liberal conservatore che sia punto di riferimento per i cattolici, come in Francia e Spagna ed eviti il rischio della irrilevanza.

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