Il sindaco di Terni non è colpevole. E’ solo del Pd

Il sindaco di Terni è stato arrestato per aver favorito, negli appalti, delle cooperative sociali, almeno questo è ciò che pensano gli inquirenti. I grillini si sono subito lanciati all’attacco e i renziani li hanno accusati di essere sciacalli. Dal gufo allo sciacallo, la fauna dell’insulto diventa sempre più ricca e diciamolo, lo sciacallo è personaggio più frequente nella filmografia. Sempre nel ruolo del cattivo, mentre del gufo non ci viene in mente nulla. Ricordiamo il giorno della civetta, ma trattasi di altra cosa. Per come vanno le cose in Italia, il sindaco di Terni non è colpevole, almeno di fatto, forse de iure, avendo fatto ciò che fanno molti sindaci del Pd, cioè favorire le coop. In particolare quelle sociali, attaccate alla mammella pubblica e dominate da un notabilato tutto Pd, con l’eccezione della Compagnia delle Opere, che però con le coop rosse fa affari. Spesso le coop sociali sono di origine cattolica, una volta si diceva bianche, ma tra un rosario e l’altro hanno appreso rapidamente il metodo delle coop rosse e del capitalismo assistito: vivere in simbiosi con il partito, scambiarsi dirigenti e assessori, pur di mantenere gli appalti. Se gli inquirenti di tutta Italia fossero come quelli di Terni, molti amministratori del Pd sarebbero ai domiciliari, le carceri sono già molto affollate. E’ un costume che va avanti da sempre e non riguarda solo il Pd, gli altri partiti “intrallazzano” con i privati, visto il legame simbiotico ed esclusivo del Pd con le coop. Pertanto sarebbe bene che ci decidessimo a rendere il Paese competitivo, liberalizzato e meritocratico, oppure, vista la impossibilità della serietà e l’interesse di troppi ad un capitalismo relazionale e arraffone, ad eliminare le indagini. Altrimenti si crea un sistema a sorteggio, alcuni dentro e gli altri tutti fuori a banchettare.

 

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