L’incontro tra Renzie (come lo chiama Grillo) e Berlusconi, è cosa logica e positiva. Il fatto che il secondo sia condannato in via definitiva per evasione fiscale e in primo grado per aver avuto rapporti con una minorenne, è un problema di chi se lo sceglie come leader, cioè di Forza Italia, non di Renzi che deve dialogare con chi c’è. L’incontro ha partorito idee molto interessanti, come la trasformazione del Senato in una sorta di conferenza Stato-Regioni e la modifica del titolo V, una riforma sciagurata che ha aumentato il contenzioso e lo spreco di denaro pubblico.
Però di idee per ora si tratta, lungo è il percorso verso modifiche costituzionali, che richiedono il duplice voto, proprio di quei senatori che si vogliono eliminare ed il consenso di quei consiglieri regionali a cui si vuole imporre l’austerità. Per cui, al di là del colore, i ritratti di Kennedy e del Che, le battute sulla “prima” di Silvio alla sede del Pd, su questi argomenti siamo alle belle speranze. Diverso il caso della nuova legge elettorale, lì la sintonia è profonda, i due uomini della Provvidenza vogliono un sistema che elimini i piccoli partiti, per calcolo entrambi, per timore il giovane, per rancore il vecchio. Da quello che si legge, il sistema scelto è un porcellinum, cioè un proporzionale con premio, liste bloccate e sbarramento senza preferenze.
L’unica differenza è che i Collegi, da regionali diventano provinciali, per consentire all’elettore di conoscere meglio i candidati, ma non di sceglierli. Diciamolo: è un buon sistema, in uso nei comuni sotto i quindicimila abitanti e nelle Regioni, dove però ci sono le preferenze. E’ un buon sistema , ma è il porcellum in versione mini, non cambia il problema di fondo: che le segreterie scelgono i candidati e i cittadini si attaccano al tram. Sintonia profonda tra Renzi e Berlusconi, perché uno vuole continuare ad essere il padrone e l’altro aspira a diventarlo. Le preferenze creano deputati autonomi, legati al territorio, con questo sistema abbiamo servi della gleba, che ogni tanto si ribellano.